Continuano le tensioni nella Striscia di Gaza, dove nelle ultime 24 ore si è intensificato lo scontro tra Hamas e le milizie delle Forze Popolari, guidate da Yasser Abu Shabab, dopo la morte di quest’ultimo. L’organizzazione islamista ha lanciato un ultimatum di dieci giorni ai militanti anti-Hamas affinché si arrendano in cambio di una promessa di amnistia. La situazione appare però sempre più complessa, con risposte dure da parte dei gruppi ribelli.
Gaza: ultimatum di Hamas alle Forze Popolari e la risposta dei miliziani
Secondo quanto riportato da Channel 12, le forze di sicurezza di Hamas hanno annunciato che otto miliziani si sono arresi, approfittando dell’amnistia di dieci giorni offerta dal movimento islamista. Tuttavia, i leader delle Forze Popolari, che operano soprattutto nell’area di Rafah, hanno smentito queste dichiarazioni. In particolare, Rasan ad-Dahini, successore di Abu Shabab, ha definito “bugiardi” i comunicati di Hamas, affermando che nuovi gruppi stanno invece fuggendo da Hamas e arruolandosi nelle Forze Popolari. Hussam al-Astal, un altro comandante della milizia, ha rilanciato un ultimatum contro Hamas, definendolo un gruppo ormai senza futuro e invitando la comunità internazionale a sostenere la loro causa.
Il ruolo delle Forze Popolari e la strategia israeliana
Le Forze Popolari anti-Hamas, guidate dal carismatico Abu Shabab fino alla sua morte recente, sono emerse come un attore chiave nella destabilizzazione del controllo di Hamas sulla Striscia di Gaza. Questo gruppo, composto prevalentemente da membri della tribù beduina dei Tarabin, è noto per la sua azione nel sud di Gaza, in particolare a Rafah, e per il controllo di convogli umanitari. Fonti israeliane confermano che la milizia sarebbe stata armata da Israele con fucili d’assalto Kalashnikov e altre armi leggere, come parte di una strategia mirata a logorare Hamas dall’interno.
Tuttavia, la reputazione delle Forze Popolari è controversa: oltre a svolgere attività di opposizione armata, sono accusate di rapine ai danni di convogli umanitari e di traffici illeciti, con un’immagine percepita come criminale dalla popolazione locale. L’alleanza informale con Israele rappresenta una mossa tattica per il governo di Netanyahu, finalizzata a indebolire Hamas senza un intervento militare diretto su vasta scala.
La tensione tra Hamas e le Forze Popolari, con ultimatum e contro-ultimatum, riflette un quadro di conflitto interno sempre più frammentato all’interno della Striscia di Gaza, in un contesto già segnato dalla guerra israelo-palestinese e da un blocco che continua a gravare sulla popolazione civile.






