L’Unione europea sta valutando un importante progetto di formazione che prevede l’addestramento di fino a 3.000 agenti di polizia palestinesi nella Striscia di Gaza. L’iniziativa segue l’esempio delle attività già condotte in Cisgiordania e rappresenta un potenziamento della missione Eupol Copps, operativa da tempo nel territorio cisgiordano. La proposta sarà discussa domani a Bruxelles nel corso della riunione del gruppo dei donatori per la Palestina.
Formazione e rafforzamento della sicurezza a Gaza
Il piano, messo a punto dal Servizio d’azione esterna dell’Ue, mira a guidare l’addestramento delle forze di sicurezza palestinesi a Gaza, con l’obiettivo di formare circa 3.000 agenti retribuiti dall’Autorità nazionale palestinese. L’intenzione è di contribuire alla creazione di un corpo complessivo di 13.000 unità di polizia, ampliando così la presenza europea sul terreno. Oltre alla formazione, si prevede anche un’estensione della missione di monitoraggio delle frontiere di Rafah (Eubam) ad altri valichi, per rafforzare ulteriormente la sicurezza.
L’iniziativa si inserisce nel contesto del piano di pace promosso dall’amministrazione statunitense guidata da Donald Trump e ha ricevuto il via libera dal Consiglio di sicurezza dell’ONU, con l’auspicio che la nuova forza multinazionale, nota come International Stabilization Force (Isf), possa entrare in funzione già da gennaio 2026.
Ruolo dell’Italia e impegni europei
Dal punto di vista italiano, il coinvolgimento nella missione sembra orientato soprattutto all’addestramento delle forze di polizia palestinesi, un impegno in linea con le missioni già attive come Miadit e Levante, che operano rispettivamente nella Valle del Giordano e in aree limitrofe, con il supporto di carabinieri e militari italiani.
La partecipazione italiana, tuttavia, dipenderà dal via libera parlamentare e dall’adozione di un decreto specifico, atteso nei prossimi mesi. Nel frattempo, la commissaria europea per il Mediterraneo, Dubravka Šuica, ha sottolineato che la riunione dei donatori si concentrerà su temi fondamentali come il rafforzamento della resilienza fiscale dell’Autorità palestinese, l’attuazione e l’accelerazione delle riforme, la promozione della crescita economica in Cisgiordania e il sostegno agli sforzi di ricostruzione a Gaza. Šuica ha evidenziato che questa piattaforma unirà partner e leader globali per favorire una stabilità sostenibile nella regione.
L’Unione europea continua così a svolgere un ruolo cruciale nel sostenere la sicurezza e lo sviluppo socioeconomico in una delle aree più complesse del Medio Oriente, rafforzando la cooperazione internazionale e le missioni civili sul campo.






