Yasser Abu Shabab, leader della milizia anti-Hamas nella Striscia di Gaza meridionale, è stato ucciso in quello che fonti israeliane definiscono uno “scontro interno”. Secondo quanto riportato dal Times of Israel e confermato da fonti della Difesa israeliana, Abu Shabab è stato ferito gravemente ed è morto in un ospedale in Israele dopo essere stato trasportato dal territorio di Gaza. La vicenda si inserisce in un contesto di crescente tensione e instabilità all’interno della Striscia, teatro di conflitti tra diverse fazioni palestinesi e l’esercito israeliano.
Gaza: il ruolo di Yasser Abu Shabab e la milizia anti-Hamas
Abu Shabab era a capo delle cosiddette Forze Popolari, una milizia armata attiva principalmente nell’area di Rafah, nel sud di Gaza. Questo gruppo, composto da circa 300 combattenti, è noto per aver ricevuto supporto israeliano, inclusa la fornitura di armi leggere come fucili d’assalto Kalashnikov. La milizia si presenta come una forza nazionalista che dichiara di voler garantire la sicurezza dei convogli umanitari in transito, ma è stata accusata da Hamas e da fonti Onu di saccheggi e rapine ai danni di aiuti destinati alla popolazione civile. Abu Shabab, proveniente dalla tribù beduina Tarabin, aveva precedenti penali e si era liberato dalla prigione di Hamas durante i bombardamenti israeliani.
La milizia di Abu Shabab rappresenta uno strumento della strategia israeliana per contenere Hamas attraverso la frammentazione interna, puntando su attori locali con agende autonome. Nonostante il sostegno israeliano, la milizia non gode di ampia legittimità tra la popolazione palestinese, che la vede come una formazione dalle caratteristiche criminali più che politiche.
Contesto più ampio e implicazioni
L’omicidio di Abu Shabab avviene in un momento di alta tensione nella Striscia di Gaza, dove continuano a verificarsi scontri e raid da parte di Israele, nonostante il cessate il fuoco.
Sul piano politico, Israele continua a spingere per lo smantellamento di Hamas, mentre la milizia di Abu Shabab incarnava una sperimentazione di alleanze locali che potessero logorare il movimento islamista dall’interno. Tuttavia, la morte del suo leader segna un ulteriore episodio di instabilità e conferma le difficoltà nel controllare questi gruppi armati nel complesso scenario palestinese.
Gli sviluppi futuri rimangono incerti, mentre la comunità internazionale continua a monitorare la situazione umanitaria e politica nella Striscia di Gaza, sempre più al centro di un conflitto che coinvolge attori regionali e globali.






