Gerusalemme, 15 novembre 2025 – Da ieri piogge intense stanno interessando Israele e la Cisgiordania, ma in modo particolare la zona di Gaza. Le immagini provenienti dalla Striscia mostrano sfollati e civili in gravissime difficoltà, con materassi, indumenti e altri beni personali completamente bagnati dall’alluvione. Gli operatori umanitari presenti nell’enclave parlano di una “situazione disperata, destinata ad aggravarsi nei prossimi giorni a causa dell’umidità e del freddo”.
Gaza sott’acqua: la situazione tra esondazioni e allagamenti
La protezione civile di Gaza riferisce che le esondazioni di venerdì hanno colpito soprattutto i residenti del nord della Striscia, dove centinaia di migliaia di persone sono rientrate dopo il cessate il fuoco dello scorso mese tra Israele e Hamas. Allagamenti sono stati segnalati anche a Deir el-Balah, nella parte centrale di Gaza. Si tratta di aree già provate da oltre due anni di intensi bombardamenti.

“Chiediamo l’invio immediato di abitazioni, roulotte e tende per queste famiglie sfollate, per alleviare almeno in parte le loro sofferenze, soprattutto con l’inizio dell’inverno”, è l’appello dell’agenzia. Le organizzazioni umanitarie impegnate nell’assistenza abitativa nei territori palestinesi occupati avevano già dichiarato, a inizio novembre, che circa 260.000 famiglie palestinesi — quasi 1,5 milioni di persone — sono in condizioni di forte vulnerabilità con l’arrivo della stagione fredda. “Abbiamo pochissimi mezzi per proteggere le famiglie dalle piogge e dal gelo invernale”, aveva affermato il 5 novembre Angelita Caredda, direttrice per Medio Oriente e Nord Africa del Norwegian Refugee Council (NRC).
Il ruolo del COGAT
La scorsa settimana è iniziato il passaggio di consegne nella gestione degli aiuti. Il COGAT, l’unità delle Forze di Difesa Israeliane che si occupa del coordinamento e della regolamentazione degli aiuti verso Gaza, sta trasferendo la responsabilità al nuovo Centro di Coordinamento Civile-Militare, creato nel sud di Israele, vicino al confine con la Striscia. Nonostante un aumento degli aiuti dall’inizio del cessate il fuoco del mese scorso, la quantità di assistenza autorizzata da Israele rimane ancora molto ridotta e l’accesso continua a essere irregolare.






