Roma, 22 luglio 2025 – Tensioni crescenti nel contesto del conflitto a Gaza emergono dalle dichiarazioni incrociate tra Israele e l’Unione Europea. In un acceso scambio di accuse, il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, ha puntato il dito contro Hamas, sostenendo che il movimento palestinese stia sparando contro civili impegnati nella ricerca di aiuti umanitari, alimentando una pericolosa escalation nella già delicata situazione.
Le accuse di Gideon Sa’ar a Hamas
Attraverso un post su X, l’ex Ministro degli Interni di Israele e attuale ministro degli Esteri, Gideon Sa’ar, ha riferito di un colloquio con l’Alta Rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Kaja Kallas. Sa’ar ha denunciato una “campagna di menzogne” orchestrata da Hamas, volta a creare attriti tra la popolazione civile, i centri di distribuzione degli aiuti e le Forze di Difesa Israeliane (IDF). Secondo il ministro israeliano, è proprio Hamas a sparare sui civili e a sottoporli a torture quando tentano di accedere agli aiuti umanitari. Inoltre, Sa’ar ha sottolineato come, mentre Israele abbia accettato un accordo per il rilascio degli ostaggi e un cessate il fuoco, Hamas stia “tergiversando e sabotando i negoziati”, continuando a trattenere gli ostaggi con crudeltà. L’appello di Sa’ar alla comunità internazionale è chiaro: “Non cadere nella trappola di Hamas”.
La posizione dell’Unione Europea e Kaja Kallas
Dal quartier generale europeo a Bruxelles, un portavoce della Commissione ha definito “indifendibile” l’uccisione di civili in cerca di aiuti a Gaza, ribadendo la necessità urgente di aumentare il flusso di assistenza umanitaria e di facilitare l’accesso ai territori colpiti. Durante un briefing stampa, è stata sottolineata la complessità della situazione, definita un “teatro di guerra” che complica sia la situazione politica che l’attuazione sul campo degli aiuti.
L’Alta Rappresentante dell’Ue, Kaja Kallas, ha rilanciato la condanna dell’uccisione di civili nei punti di distribuzione degli aiuti, invitando le IDF a cessare immediatamente tali azioni. In un tweet, Kallas ha confermato di aver parlato nuovamente con Sa’ar per riaffermare l’accordo sul flusso di aiuti e ha avvertito che “tutte le opzioni restano sul tavolo” qualora Israele non rispetti gli impegni presi. Kallas, che ha assunto la carica di Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’Unione Europea solo dallo scorso dicembre 2024, mantiene un ruolo cruciale nel coordinare la diplomazia europea sul dossier mediorientale, in continuità con il suo percorso politico iniziato come primo ministro dell’Estonia.
Le autorità europee continuano a esercitare pressioni su Israele affinché garantisca risultati concreti e tangibili sul terreno, auspicando un immediato cessate il fuoco e la protezione dei civili coinvolti nel conflitto.






