Continua a salire il numero dei morti nella Striscia di Gaza: nella giornata di oggi sono state registrate 94 vittime
Nella notte appena trascorsa, la Striscia di Gaza è stata teatro di una nuova ondata di violenza che ha causato la morte di 94 palestinesi, di cui 45 mentre erano in fila per ricevere aiuti umanitari. La drammatica notizia è stata diffusa dal ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas, e riportata dal Guardian.
L’escalation di violenza a Gaza: raid e sparatorie
Gli attacchi aerei israeliani e le sparatorie che si sono susseguite nel corso della notte hanno colpito duramente la popolazione civile di Gaza, in particolare coloro che cercavano disperatamente assistenza alimentare e medica nei punti di distribuzione degli aiuti. La situazione nella Striscia, già gravemente compromessa dal blocco e dai conflitti ricorrenti, si aggrava ulteriormente con questa nuova ondata di violenze. Secondo le informazioni raccolte, la popolazione di Gaza, che conta circa 590.000 abitanti, è da tempo sottoposta a condizioni di vita estreme, caratterizzate da scarsità di acqua, cibo e servizi essenziali, accentuate da temperature elevate e carenza di energia elettrica.
Il ruolo di Hamas e le conseguenze sul conflitto
Hamas, organizzazione che governa nella Striscia dal 2007 e considerata da molti Stati come un gruppo terroristico, continua a essere al centro di un conflitto che ha visto un’escalation senza precedenti dall’ottobre 2023. L’organizzazione politica e militare palestinese è responsabile della gestione amministrativa della Striscia e ha un doppio profilo: da un lato la partecipazione alle istituzioni politiche, dall’altro la conduzione di azioni militari contro Israele. L’attacco del 7 ottobre 2023, che ha provocato centinaia di morti israeliani e decine di ostaggi, ha innescato una rappresaglia militare israeliana che continua a colpire duramente la popolazione civile di Gaza.
Il bilancio delle vittime, che include anche persone in attesa di aiuti umanitari, evidenzia la drammaticità della situazione umanitaria e la difficoltà nel garantire un accesso sicuro alle risorse di base. Proposte di tregua e mediazioni internazionali sono in corso, ma il conflitto rimane aperto e la popolazione civile continua a pagare un prezzo altissimo in termini di vite umane e condizioni di vita.






