La situazione nella Striscia di Gaza continua a destare profonda preoccupazione a livello internazionale. Raquel Martí, direttrice in Spagna dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), ha denunciato l’emergenza umanitaria che stanno vivendo i civili palestinesi, sottolineando come molti non abbiano alcuna possibilità di lasciare la regione assediata.
La crisi umanitaria a Gaza
Secondo quanto riferito da Martí, già 16.000 persone sono riuscite a lasciare Gaza, ma molte altre sono costrette a rimanere perché non hanno un luogo sicuro dove andare. La direttrice dell’Unrwa ha evidenziato che la cosiddetta zona sicura di Al Mawasi è ancora sotto bombardamento, rendendo impossibile trovare rifugio. La disperazione della popolazione è palpabile: molti palestinesi preferiscono restare a Gaza, consapevoli che spostarsi altrove potrebbe essere ugualmente pericoloso o addirittura fatale.
Martí ha espresso un forte scetticismo riguardo alle dichiarazioni di pace del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. In un’intervista alla radio Cadena Ser, ha affermato: “Sono mesi che sentiamo Netanyahu parlare di negoziati di pace, ma nel frattempo aumentano i bombardamenti e la sofferenza della popolazione gazawi”.
L’annuncio di Netanyahu e il contesto politico
Nel frattempo, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato la ratifica di un piano militare volto a prendere il controllo di Gaza, pur dichiarando di voler avviare trattative per una tregua.
La situazione resta quindi estremamente complessa e tesa, con la popolazione civile che si trova in una condizione di estrema vulnerabilità, senza vie di fuga sicure e con la costante minaccia degli attacchi militari.






