Le Nazioni Unite denunciano le centinaia di morti durante la distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza: ecco i dati
Quasi 800 persone sono state uccise nella Striscia di Gaza mentre cercavano di accedere agli aiuti umanitari, secondo un allarmante rapporto presentato durante un briefing dall’Ufficio dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. La portavoce Ravina Shamdasani ha reso noto che fino al 7 luglio scorso sono stati registrati 798 decessi, di cui 615 nelle vicinanze dei siti gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation e 183 probabilmente lungo le rotte dei convogli umanitari.
Denuncia ONU e principi del diritto internazionale
Secondo Shamdasani, questo bilancio rappresenta una situazione “inaccettabile” e sottolinea una grave violazione dei principi fondamentali del diritto internazionale umanitario, in particolare i principi di distinzione, proporzionalità e necessità durante la conduzione delle ostilità. Nel complesso delle vittime a Gaza, una vasta percentuale è costituita da donne e bambini, un dato che solleva ulteriori preoccupazioni sul rispetto di tali principi da parte delle parti coinvolte nel conflitto.
L’ONU, da sempre impegnata per la tutela dei diritti umani e il mantenimento della pace, continua a monitorare con attenzione la crisi umanitaria nella regione. La portavoce ha ribadito la necessità urgente di garantire l’accesso sicuro e senza ostacoli agli aiuti umanitari per la popolazione civile, particolarmente vulnerabile in un contesto di conflitto.
Il quadro umanitario a Gaza
Il rapporto si inserisce in un contesto di grave emergenza umanitaria, dove le ostilità e le restrizioni complicano enormemente la distribuzione degli aiuti essenziali. La Striscia di Gaza, da tempo teatro di tensioni e conflitti, vede la sua popolazione esposta a rischi elevati durante le operazioni di assistenza. La comunità internazionale, attraverso le Nazioni Unite, continua a sollecitare un rispetto rigoroso delle norme umanitarie per evitare ulteriori perdite di vite innocenti.






