Gaza, 13 novembre 2025 – Il Comitato ONU contro la tortura ha rivolto accuse gravi a carico di Israele, segnalando numerosi casi di tortura e maltrattamenti inflitti a detenuti palestinesi. Parallelamente, Hamas è stata anch’essa denunciata per il trattamento riservato agli ostaggi israeliani nei territori della Striscia di Gaza. Nel frattempo, si intensificano le manovre per stabilire una presenza internazionale con il compito di garantire il rispetto del cessate il fuoco, con gli Stati Uniti che pianificano la costruzione di una base militare in Israele destinata a ospitare forze internazionali.
Gaza, accuse di tortura e violenze: le denunce dell’ONU e le risposte di Israele e Hamas
Il rapporto del Comitato ONU, presentato a Ginevra, ha allarmato la comunità internazionale per la descrizione di pratiche sistematiche di tortura nei confronti di palestinesi detenuti da Israele. Tra le violenze denunciate vi sono pestaggi violenti, scosse elettriche, posizioni di stress prolungate, privazioni alimentari, simulazioni di annegamento, insulti sessuali e minacce di stupro. Parallelamente, analoghe accuse sono rivolte ad Hamas per il trattamento degli ostaggi israeliani, tra cui la giovane franco-israeliana Mia Schem, recentemente rilasciata dopo essere stata mostrata ferita in un video diffuso dal gruppo.
Il presidente israeliano Yitzhak Herzog ha recentemente ricevuto una lettera da Donald Trump, che lo invita a concedere la grazia all’ex premier Benjamin Netanyahu, definendo il processo a suo carico “politico e ingiustificato”. Intanto, il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha sottolineato l’importanza dell’impegno italiano in Medio Oriente, citando in particolare la possibile formazione della polizia palestinese come parte degli sforzi per stabilizzare la regione.
Situazione in Cisgiordania e tensioni interne
Le tensioni in Cisgiordania si sono ulteriormente aggravate con episodi di violenza tra coloni israeliani e popolazione palestinese. Recentemente, coloni israeliani hanno dato fuoco alla moschea di Hajja Hamida, nei pressi di Deir Istiya, lasciando scritte anti-arabe e addirittura contro le forze di difesa israeliane (IDF). Il segretario di Stato americano Marco Rubio ha espresso preoccupazione per il rischio che queste violenze possano compromettere la fragile tregua in atto a Gaza. Il presidente Herzog e i vertici militari israeliani hanno duramente condannato gli attacchi dei coloni, definendoli “intollerabili” e sottolineando la necessità di mantenere l’ordine.
Forze internazionali per la Striscia di Gaza: il piano
Dopo oltre un mese dalla firma del cessate il fuoco, la comunità internazionale si concentra sulla fase successiva del piano di pace, che prevede la presenza di una forza internazionale incaricata di vigilare sulla Striscia di Gaza. I dettagli su chi dovrà comporre questa missione e su quale area opererà rimangono ancora poco chiari, ma è certo che la stabilizzazione del territorio rappresenta una priorità per evitare il riaccendersi del conflitto.
L’Autorità nazionale palestinese, rappresentata dalla ministra degli Esteri Varsen Aghabekian, ha dichiarato la propria disponibilità a governare Gaza e a lavorare per il disarmo di Hamas, auspicando un futuro in cui vi sia un unico governo, una sola legge e un’unica forza armata. Tuttavia, il disarmo di Hamas rimane uno degli aspetti più complessi da realizzare, considerata la profonda radicazione del movimento nella Striscia e la sua duplice natura politica e militare.






