Spari nei centri di distribuzione degli aiuti a Gaza: l’IDF ammette i suoi errori e dichiara l’entrata in vigore di nuove istruzioni
L’esercito israeliano ha rilasciato una dichiarazione ufficiale in cui ammette di aver tratto una lezione dagli incidenti recenti che hanno coinvolto spari nei pressi di centri di distribuzione di aiuti alimentari a Gaza, dove secondo le Nazioni Unite circa 800 persone hanno perso la vita tentando di accedere a tali forniture umanitarie dalla fine di maggio.
L’ammissione dell’IDF e le indagini sugli spari
Le Forze di Difesa israeliane (IDF) hanno confermato di aver condotto un’indagine approfondita in seguito a segnalazioni di danni ai civili presso i centri di distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza. Nel comunicato si legge che “a seguito di incidenti in cui sono stati segnalati danni ai civili giunti presso i centri di distribuzione, sono stati condotti esami approfonditi e sono state impartite istruzioni alle forze sul campo sulla base delle lezioni apprese”. Gli incidenti sono tuttora in fase di revisione, ma ciò rappresenta un riconoscimento formale da parte dell’esercito israeliano delle problematiche emerse sul campo.
Questa ammissione arriva in un contesto di forte tensione dopo che le Nazioni Unite hanno denunciato la morte di circa 899 persone, molte delle quali proprio mentre cercavano di ricevere aiuti alimentari e umanitari nella Striscia di Gaza, teatro di un conflitto prolungato e complesso.
L’ONU denuncia: “Più di 800 persone uccise nei centri di distribuzione aiuti a Gaza”
Intanto le Nazioni Unite, poco fa, hanno dichiarato che più di 800 persone sono morte a Gaza negli ultimi mesi nei centri di distribuzione degli aiuti umanitari, cifra che rende ancora più chiara la situazione delicata che si vive nella Striscia.






