Medici senza frontiere ha lanciato un appello all’Unione Europea per far terminare il massacro di civili a Gaza da parte di Israele
In vista del prossimo Consiglio Affari Esteri e del vertice dei leader europei, l’organizzazione umanitaria Medici senza frontiere (Msf) ha lanciato un appello urgente all’Unione Europea affinché eserciti una concreta pressione su Israele per porre fine al massacro nella Striscia di Gaza. Ecco qual è la situazione in Palestina e le parole di Msf.
L’appello di Medici senza frontiere all’Unione Europea
Durante una conferenza stampa a Bruxelles, Christopher Lockyear, segretario generale di Msf, ha sottolineato come la situazione a Gaza richieda un impegno ben più incisivo delle mere dichiarazioni di principio: “Questo è un momento che richiede coraggio politico, responsabilità legale e impegno morale per porre immediatamente fine alle sofferenze del popolo di Gaza”. Il rappresentante ha esortato i leader europei a mettere in campo “tutti gli strumenti politici, economici e diplomatici” per fermare la carneficina e assicurare il libero accesso agli aiuti umanitari, ricordando che Israele sta “sistematicamente distruggendo le condizioni necessarie alla vita dei palestinesi” e denunciando un “profondo fallimento della responsabilità morale e politica”.
Parallelamente, Sergio Cecchini, rappresentante umanitario di Msf presso l’UE e la Nato, ha manifestato preoccupazione per il rischio che la tragedia umanitaria a Gaza venga oscurata dagli sviluppi bellici regionali, richiamando l’attenzione sull’“uccisione quotidiana di civili”.
Il contesto diplomatico e la situazione umanitaria a Gaza
Lo scorso mese, Bruxelles ha avviato una revisione formale dell’accordo di associazione tra UE e Israele, che sarà oggetto di discussione nel Consiglio Affari Esteri di lunedì prossimo. L’Alta rappresentante europea, Kaja Kallas, presenterà una valutazione che potrebbe portare a sanzioni contro lo Stato ebraico per la sua condotta nel conflitto e per il blocco degli aiuti umanitari verso Gaza.
La situazione sul terreno è drammatica: dall’inizio del conflitto, iniziato il 7 ottobre 2023 con l’attacco di Hamas, si stimano tra le 53.000 e le 62.000 vittime palestinesi, di cui oltre la metà minori, mentre i morti israeliani sono 1.139. Solo di recente, dopo mesi di blocco totale, Israele ha autorizzato l’ingresso limitato di aiuti umanitari: l’Onu ha recuperato e iniziato a distribuire l’equivalente di 90 camion di rifornimenti, ma la maggior parte non ha ancora raggiunto i civili per problemi di sicurezza e logistica.
Sul fronte medico, Msf denuncia che l’ospedale al-Shifa a Gaza è al collasso, con medici costretti a operare senza anestesia e in condizioni disperate, mentre le strutture sanitarie sono esauste e senza scorte di farmaci essenziali.
L’appello di Medici senza frontiere è dunque un invito a far prevalere la responsabilità morale e a intervenire con misure concrete per fermare la crisi umanitaria, in un momento in cui la comunità internazionale rischia di distogliere lo sguardo da una delle più gravi emergenze attuali.






