L’ONU denuncia la difficile situazione a Gaza: circa 400 palestinesi sono morti fino ad oggi vicino i centri di distribuzione di aiuti
L’ONU denuncia una gravissima emergenza umanitaria nella Striscia di Gaza, dove oltre 400 civili palestinesi sono morti mentre cercavano di accedere agli aiuti alimentari. La situazione, definita una vera e propria “carneficina” da parte delle Nazioni Unite, si aggrava ulteriormente in un contesto di conflitto che continua a mietere vittime, soprattutto tra i più vulnerabili.
L’allarme ONU sulla distribuzione degli aiuti a Gaza
Jonathan Whittall, capo dell’ufficio umanitario dell’Onu per i territori palestinesi occupati, ha sottolineato come la revoca parziale del blocco israeliano, avvenuta poco più di un mese fa, abbia invece aumentato il numero dei morti vicino ai siti di distribuzione degli aiuti. “I bambini a Gaza rischiano la vita per qualche sacchetto di farina”, ha dichiarato Whittall dopo aver visitato l’ospedale Nasser, al sud della Striscia, “stracolmo di feriti”. Più di 400 persone hanno perso la vita, in particolare mentre tentavano di raggiungere i punti di distribuzione controllati da Stati Uniti e Israele, allestiti però in zone militarizzate. Secondo il funzionario ONU, non si tratta di incidenti casuali, ma di un sistema voluto per terrorizzare: “Queste sono le condizioni create per uccidere”.
Anche Philippe Lazzarini, capo dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), ha definito il nuovo meccanismo di aiuti “un abominio che umilia e degrada”, una trappola mortale che “costa più vite di quante ne salvi”. La relatrice speciale Onu Francesca Albanese ha poi denunciato la responsabilità dello Stato israeliano, accusato di genocidio e carestia, nella gestione della distribuzione degli aiuti: “Assurdo e osceno”, un insulto alla decenza umana.
Critiche incrociate e difficoltà sul terreno
Sul terreno, la situazione resta drammatica. Israele ha contestato l’ONU, accusandola di non aver ritirato i camion di aiuti umanitari dal lato di Gaza al valico di Kerem Shalom. Secondo il coordinatore israeliano degli aiuti, oltre 400 camion sono fermi in attesa di essere prelevati. Nel frattempo, migliaia di persone si sono assiepate nei centri di distribuzione, spesso presi d’assalto, con scene di caos e violenze. La Gaza Humanitarian Foundation, sostenuta da Stati Uniti e Israele, ha consegnato i primi carichi di cibo, ma l’accesso e la sicurezza rimangono a rischio.
Le immagini dei palestinesi affamati che si precipitano verso gli aiuti sono state definite “strazianti” anche dal portavoce del segretario generale ONU, Stéphane Dujarric.
Nel frattempo, studi recenti indicano che la guerra in corso ha determinato una drastica riduzione della speranza di vita nella Striscia di Gaza, con perdite medie di circa 35 anni in dodici mesi, un dato che riflette l’impatto devastante del conflitto sulla popolazione civile.
In questo scenario di crisi umanitaria e conflitto politico-militare, le Nazioni Unite continuano a chiedere un immediato miglioramento delle condizioni di sicurezza e un rapido e massiccio afflusso di aiuti per salvare vite umane.






