Almeno 15 persone sono state uccise questa mattina negli attacchi delle forze israeliane nella Striscia di Gaza, secondo quanto riportato da Al Jazeera, che cita fonti ospedaliere locali. Tra le vittime, tre persone si trovavano in attesa della distribuzione di aiuti umanitari nei punti di raccolta
Attacchi a Gaza: colpiti anche punti di distribuzione umanitaria
Fonti dell’ospedale Nasser hanno confermato che uno degli uccisi è stato colpito da un drone militare israeliano in un raid vicino all’ospedale da campo giordano, situato a ovest di Khan Yunis, nella parte meridionale della Striscia di Gaza. La località di Khan Yunis è nota per essere una delle aree più densamente popolate e ha subito in passato numerosi attacchi durante le fasi di conflitto.
Gli attacchi si inseriscono in un contesto di crescente tensione e conflitti ricorrenti nella regione, con la popolazione civile che continua a pagare un prezzo altissimo. La situazione umanitaria a Gaza è già critica, aggravata dal blocco e dalle restrizioni in corso da anni, che limitano l’accesso ai beni di prima necessità e ai servizi essenziali.
La crisi umanitaria e le ripercussioni sulla popolazione
Secondo recenti studi pubblicati nel 2025, la vita nella Striscia di Gaza ha subito un drastico peggioramento durante l’ultimo anno di conflitto, con una perdita di aspettativa di vita stimata in quasi 35 anni rispetto al periodo prebellico. Tale dato riflette non solo le morti dirette causate dagli scontri, ma anche gli effetti indiretti della crisi, quali la malnutrizione, l’assenza di cure mediche adeguate e il deterioramento delle condizioni di vita.
Le organizzazioni umanitarie internazionali, tra cui la Gaza Humanitarian Foundation, hanno lanciato ripetuti appelli affinché gli aiuti umanitari raggiungano senza ostacoli le persone bisognose. Tom Fletcher, sottosegretario delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari, ha ribadito che “la fame non deve mai essere affrontata con le pallottole”, sottolineando l’importanza di garantire la sicurezza degli operatori umanitari e l’accesso incondizionato alle popolazioni colpite.
La situazione rimane dunque altamente volatile e drammatica, con la comunità internazionale che monitora con preoccupazione gli sviluppi della crisi e le sue implicazioni umanitarie.






