Dopo il ritiro delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza, l’agenzia di protezione civile di Gaza ha annunciato il recupero di oltre 55 corpi tra le macerie, trasportati negli ospedali locali. La notizia è stata confermata da Mohammed al-Mughayyir, funzionario della forza di soccorso sotto l’autorità di Hamas, che non ha tuttavia precisato le circostanze delle morti.
Ospedali di Gaza sotto pressione
Il direttore dell’ospedale Al-Shifa di Gaza City, Mohammed Abu Salmiya, ha riferito all’agenzia AFP che 33 corpi sono stati trasferiti nelle strutture sanitarie della città, area duramente colpita dai bombardamenti israeliani nelle settimane precedenti il cessate il fuoco. Tra le vittime, un uomo è stato colpito oggi da fuoco israeliano nella zona di Baraka, a nord della città, in un episodio che testimonia come la tensione rimanga alta anche dopo la tregua.
Contesto del cessate il fuoco e ritiro israeliano
L’annuncio arriva in un momento cruciale: nella notte tra l’8 e il 9 ottobre, Israele e Hamas hanno sottoscritto la prima fase di un piano di pace mediato dagli Stati Uniti, che prevede il cessate il fuoco totale e il ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza. L’intesa, definita storica dal presidente americano Donald Trump, stabilisce la liberazione di 20 ostaggi in cambio di 1.950 prigionieri palestinesi e segna un primo passo verso una pace duratura dopo oltre due anni di conflitto.
Le Nazioni Unite hanno ottenuto il via libera da Israele per inviare 170mila tonnellate di aiuti umanitari a Gaza a partire da domenica, una misura essenziale per affrontare la crisi umanitaria nella regione. Nel frattempo, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha visitato lo Sheba Medical Center di Ramat Gan, preparandosi all’arrivo degli ostaggi liberati.






