La situazione sanitaria nella Striscia di Gaza continua a destare profonda preoccupazione, soprattutto per quanto riguarda le condizioni delle donne incinte e in allattamento e le pesanti conseguenze sui neonati. L’UNICEF, durante una conferenza stampa a Ginevra, ha evidenziato come la malnutrizione materna stia causando un aumento drammatico dei neonati sottopeso e prematuri, con un impatto devastante sulla sopravvivenza e lo sviluppo dei bambini nella regione.
La crisi della malnutrizione materna a Gaza
Secondo la portavoce dell’UNICEF Tess Ingram, la malnutrizione tra le donne incinte e in allattamento nella Striscia di Gaza ha un “effetto domino devastante” sui neonati. I dati ufficiali mostrano un peggioramento significativo rispetto al passato: nel 2022 circa il 5% dei bambini nascevano sottopeso (meno di 2,5 chilogrammi), mentre nei primi mesi del 2025 la percentuale è raddoppiata al 10%, arrivando a un picco di 460 bambini sottopeso al mese tra luglio e settembre, poco prima del fragile cessate il fuoco del 10 ottobre.
La portavoce ha inoltre sottolineato che i neonati sottopeso hanno circa venti volte più probabilità di morire rispetto ai neonati di peso normale. Le cause principali di questo fenomeno sono la cattiva alimentazione materna, l’aumento dello stress e l’assistenza prenatale limitata. Nel solo mese di ottobre l’UNICEF ha assistito 8.300 donne per malnutrizione acuta, una condizione che prima del conflitto non si era mai manifestata a questi livelli.
L’impatto globale dei conflitti sui bambini
Il 2024 si è confermato uno degli anni più drammatici per i bambini che vivono in zone di conflitto, come Gaza. Una revisione dell’UNICEF ha rilevato che oltre 473 milioni di bambini – più di uno su sei a livello mondiale – vivono in aree colpite da guerre e violenze, con conseguenze devastanti su salute, istruzione e sicurezza. La percentuale di bambini esposti ai conflitti è quasi raddoppiata dal 1990 a oggi, raggiungendo quasi il 19%.
L’UNICEF ha denunciato che in questi contesti i bambini sono più esposti a malnutrizione cronica, mancanza di accesso a cure mediche essenziali, interruzione scolastica e violenze, incluse aggressioni sessuali. La crisi di Gaza si inserisce in questo quadro globale di emergenza umanitaria, dove i bambini continuano a pagare il prezzo più alto della guerra. Tess Ingram ha anche lanciato un appello urgente per maggiori aiuti umanitari e l’apertura del valico di Rafah, indispensabile per far arrivare assistenza vitale e rifornimenti alla popolazione.
L’UNICEF Italia continua a promuovere iniziative di solidarietà e raccolta fondi per sostenere i bambini vittime del conflitto a Gaza e della malnutrizione, ribadendo l’importanza di proteggere i diritti dell’infanzia anche nelle situazioni più drammatiche.






