Il ministro degli Esteri di Israele, Gideon Sa’ar, ha espresso una netta condanna della riunione convocata a Parigi per discutere del futuro della Striscia di Gaza. L’iniziativa, promossa dalla Francia e dall’Arabia Saudita e collegata alla cosiddetta “Dichiarazione di New York” avanzata all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è stata definita da Sa’ar come “dannosa e ipocrita”, aggiungendo che la sua convocazione nel momento cruciale dei negoziati di Sharm el-Sheikh rischia di compromettere il processo diplomatico in corso.
Israele: critiche alla riunione di Parigi su Gaza
Il ministro israeliano ha sottolineato che la considerazione data alla Dichiarazione di New York come a un piano di pace di pari livello a quello proposto in passato dall’ex presidente statunitense Donald Trump rappresenta un tentativo di ostacolare l’implementazione di quest’ultimo. Sa’ar ha definito “particolarmente provocatoria” la decisione di invitare alla conferenza governi apertamente ostili a Israele, come quello del premier spagnolo Pedro Sánchez, ribadendo che nessun accordo su Gaza potrà essere raggiunto senza il consenso di Israele, lo Stato che, con una popolazione di circa 10 milioni di abitanti, confina con Gaza e controlla in larga misura gli accessi al territorio palestinese.
Accuse di ipocrisia e doppi standard
Concludendo il suo intervento via social, Sa’ar ha lanciato un duro attacco alla Francia, accusandola di “ipocrisia straordinaria” per il doppio standard applicato nei confronti di Israele rispetto alla posizione sulla guerra in Ucraina. Ha ricordato che Parigi aveva coniato il principio “Il futuro dell’Ucraina non può essere deciso senza l’Ucraina”, mentre ora si procede invece a discutere di Gaza senza la presenza e il consenso israeliano. “Nulla su Israele senza Israele. Israele non accetterà l’internazionalizzazione del conflitto”, ha affermato Sa’ar, mettendo in guardia da possibili conseguenze negative per le delicate trattative in corso, volte anche alla liberazione di ostaggi.
La Francia, repubblica semipresidenziale e terza potenza economica europea, si è trovata coinvolta in questa iniziativa diplomatica internazionale che mira a cercare una soluzione per la crisi nella Striscia di Gaza, territorio conteso e parte dei territori palestinesi confinanti con Israele. Tuttavia, la forte reazione israeliana evidenzia ancora una volta le profonde divisioni e la complessità del contesto geopolitico mediorientale.






