Gerusalemme, 20 agosto 2025 – Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha ufficialmente approvato il piano militare per l’occupazione di Gaza City, secondo quanto comunicato dal ministero alla agenzia Afp. Contestualmente, Katz ha autorizzato l’emissione degli ordini di richiamo per circa 60.000 riservisti necessari per l’operazione, un passaggio cruciale per la prosecuzione della missione militare israeliana nella Striscia di Gaza.
Il piano militare e le tensioni interne a Israele
La cornice operativa del piano, approvata dal capo di stato maggiore dell’esercito israeliano, Eyal Zamir, prevede la conquista di Gaza City, lo spostamento della popolazione verso sud e la distruzione delle infrastrutture militari di Hamas. Tuttavia, la decisione non è priva di dissidi interni. Zamir ha espresso riserve sulla completa occupazione della città, preoccupato per l’usura delle truppe dopo quasi due anni di conflitto, per i rischi legati agli ostaggi e per la gestione di milioni di palestinesi. Queste preoccupazioni hanno generato tensioni con il primo ministro Benjamin Netanyahu, favorevole a un’occupazione totale come leva di pressione su Hamas. La situazione si è ulteriormente complicata con il congelamento da parte di Katz di alcune promozioni militari decise da Zamir, accusato di mancanza di coordinamento, e le richieste di rimozione del capo di stato maggiore avanzate dal ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir.
La situazione umanitaria a Gaza e le ripercussioni dell’offensiva
Nel frattempo, la Striscia di Gaza continua a vivere una situazione drammatica a livello umanitario. L’Onu stima che il 92% delle abitazioni di Gaza sia stato distrutto o danneggiato, con oltre 50 milioni di tonnellate di detriti da rimuovere, un lavoro che potrebbe richiedere più di vent’anni. Le organizzazioni umanitarie avvertono che il ritardo nella rimozione delle macerie non solo aumenta la sofferenza delle famiglie colpite, ma rappresenta anche una minaccia sanitaria ed ecologica grave in una delle aree più densamente popolate al mondo.






