Con un’iniziativa di forte impatto umano e politico, The Washington Post ha pubblicato i nomi — e in alcuni casi anche i volti — dei 18.500 bambini palestinesi uccisi finora nella guerra tra Israele e Hamas a Gaza. Un gesto che rompe con la consueta narrazione dei conflitti, restituendo identità e memoria alle vittime più giovani di una tragedia che ha già causato circa 60.000 morti tra i residenti della Striscia.
I dettagli dell’elenco del Washington Post
L’elenco, ordinato per età e tradotto anche in inglese, è stato compilato a partire dai dati forniti dal ministero della Sanità di Gaza, che raccoglie informazioni da ospedali, obitori, testimonianze familiari e media locali. “Alcuni — scrive il quotidiano statunitense — sono stati uccisi nei loro letti. Altri mentre giocavano. Molti sono stati sepolti prima di imparare a camminare”.
L’allarme dell’UNICEF su Gaza
Secondo l’UNICEF, Gaza è oggi “il posto più pericoloso al mondo per un bambino”. La Direttrice Esecutiva del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, Catherine Russell, ha dichiarato davanti al Consiglio di Sicurezza ONU: “Considerate questo per un momento. Un’intera classe di bambini uccisa, ogni giorno per quasi due anni”.
I dati svelati nell’articolo
I dati mostrano una strage trasversale: 953 neonati sono stati uccisi prima del primo compleanno, mentre 1.218 diciassettenni non hanno mai raggiunto la maggiore età.
Nonostante il collasso del sistema sanitario e le enormi difficoltà logistiche, l’elenco delle vittime resta incredibilmente accurato. Lo ha sottolineato anche Michael Spagat, presidente dell’organizzazione Every Casualty Counts, secondo cui si tratta di “una registrazione in tempo reale di qualità insolitamente elevata”.
Un’iniziativa che scuote e costringe a guardare in faccia l’orrore.






