Gaza: prosegue la delicata fase di gestione dell’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas, con la consegna di corpi di ostaggi da parte del movimento palestinese e le tensioni politiche che restano elevate. Il braccio politico-militare di Hamas, fondato nel 1987 e oggi guidato da un comitato temporaneo dopo la morte del capo politico Ismail Haniyeh nel 2024, continua a essere al centro di un complesso scenario diplomatico e militare. Intanto, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, mantiene una posizione ferma nei confronti di Israele e Hamas, sottolineando la possibilità di un’azione militare immediata qualora l’accordo non venga rispettato.
Gaza, Hamas consegna i corpi degli ostaggi a Israele: “Gli unici recuperabili”
Hamas ha consegnato alla Croce Rossa altri due corpi di ostaggi, definiti “gli unici recuperabili” al momento, mentre il movimento ha sottolineato la necessità di equipaggiamenti specializzati per recuperare le salme rimaste, ancora disperse in aree difficili o sotto il controllo israeliano. Le autorità israeliane hanno confermato che uno dei corpi restituiti non appartiene a un ostaggio israeliano, ma a un palestinese, probabilmente utilizzato come scudo umano dall’esercito israeliano durante le operazioni militari nella Striscia di Gaza. La restituzione è seguita a una serie di identificazioni ufficiali di altre salme, tra cui quelle di Tamir Nimrodi e Uriel Baruch, che hanno confermato la morte degli ostaggi.
Le forze israeliane, coordinate con la Croce Rossa e lo Shin Bet, hanno ricevuto le bare a Gaza e le trasferiranno in Israele per le procedure militari e legali, con cerimonie ufficiali a testimonianza del loro impegno nel recupero di ogni singolo ostaggio, morto o vivo. Il premier Benjamin Netanyahu ha ribadito che non saranno fatti compromessi sulla restituzione di tutti i corpi, sottolineando la necessità di rispettare gli impegni stabiliti nell’accordo siglato a Sharm el Sheikh.
Ruolo degli Stati Uniti e la posizione di Donald Trump
Il presidente americano Donald Trump ha confermato alla CNN la disponibilità a consentire a Israele di riprendere le operazioni militari senza vincoli se Hamas dovesse violare gli accordi. Nel contempo, un alto consigliere della Casa Bianca ha annunciato l’eventuale istituzione di un programma di ricompense per facilitare il recupero dei resti degli ostaggi, riconoscendo la complessità e il pericolo delle operazioni in corso nella Striscia di Gaza.
Trump ha inoltre ribadito la sua richiesta che Hamas si disarmi completamente, affermando che, qualora ciò non avvenisse, gli Stati Uniti si riserverebbero il diritto di intervenire direttamente per garantire la sicurezza di Israele e la stabilità della regione.
L’Italia pronta a contribuire alla stabilizzazione e agli aiuti umanitari
Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha annunciato l’intenzione di inviare soldati a Gaza nell’ambito della Forza internazionale di stabilizzazione prevista dal piano di pace promosso da Trump. Tajani ha sottolineato la necessità di un’unità politica nel Parlamento italiano per sostenere questa iniziativa, auspicando l’approvazione di un mandato Onu per la missione.
Parallelamente, l’Italia ha intensificato l’impegno umanitario: entro una decina di giorni partiranno 100 tonnellate di aiuti alimentari destinati alla popolazione gazawi, che saranno convogliati attraverso la Giordania. Nello Musumeci, ministro della Protezione civile, ha confermato la disponibilità italiana a fornire ospedali da campo e prefabbricati per l’accoglienza delle famiglie sfollate nella Striscia.






