Prosegue la tensione nella Striscia di Gaza, dove il movimento palestinese Hamas accusa Israele di aver respinto le proposte avanzate dai mediatori per la gestione dei miliziani intrappolati a Rafah. Lo ha dichiarato il portavoce di Hamas, Hazem Qassem, in un’intervista rilasciata alla televisione al Araby.
Hamas conferma fermezza sui combattenti a Rafah
Hazem Qassem ha sottolineato che Hamas è impegnato a rispettare l’accordo di cessate il fuoco in vigore dal 10 ottobre e si è detto pronto a rimuovere ogni pretesto che possa giustificare un’ulteriore occupazione israeliana. Tuttavia, ha ribadito che i miliziani a Rafah, città strategica al confine con l’Egitto, non si arrenderanno e che il movimento è disponibile ad affrontare costruttivamente la questione.
Il portavoce ha anche reso noto che i mediatori internazionali hanno presentato alcune proposte per risolvere la situazione, ma che Israele ha fatto marcia indietro, rifiutando le soluzioni avanzate.
Restituzione corpi e scambi nell’ambito del cessate il fuoco
Nel frattempo, il ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas, ha annunciato la ricezione dei corpi di 15 prigionieri palestinesi restituiti da Israele attraverso la mediazione della Croce Rossa. Si tratta di un passo nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti, che ha finora permesso la restituzione complessiva di 315 corpi di “martiri” palestinesi.
Questi scambi avvengono in cambio dei resti dell’ufficiale israeliano Hadar Goldin, ucciso durante la guerra di Gaza del 2014. L’intesa tra le parti, seppur fragile, rappresenta un elemento cruciale nella gestione del conflitto e del difficile processo di negoziazione tra Israele e Hamas.
La situazione rimane comunque complessa e instabile, con Israele che continua a mantenere alta la guardia lungo il confine e Hamas che, pur dichiarando il rispetto dell’accordo di cessate il fuoco, non intende cedere terreno sui miliziani di Rafah.
La comunità internazionale segue con attenzione gli sviluppi nel tentativo di evitare nuove escalation in una regione da decenni teatro di conflitti e tensioni.






