Roma, 17 ottobre 2025 – Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) si aspettano che Hamas consegni la prossima settimana i corpi di altri ostaggi, dopo che finora sono stati restituiti solo nove salme, come riportato da Channel 12 e rilanciato dal Times of Israel.
Restituzione dei corpi e difficoltà nell’identificazione
Secondo il piano di pace promosso dall’amministrazione Trump e accettato da Israele, la restituzione dei corpi degli ostaggi è una delle fasi fondamentali per porre fine al conflitto nella Striscia di Gaza. Hamas ha finora consegnato solo nove corpi di persone morte durante la prigionia, mentre altri 19 restano ancora nelle mani del gruppo palestinese. Hamas ha sottolineato più volte che il ritardo nella consegna è dovuto alle difficoltà derivanti dalla distruzione massiccia nella Striscia, con corpi sepolti sotto macerie e tunnel crollati.
Le autorità sanitarie di Gaza, come riferito dal direttore generale Mohammed Zaqout, stanno riscontrando “grandi difficoltà nell’identificazione dei corpi” a causa delle mutilazioni e torture subite, oltre che per le condizioni di conservazione. Nel frattempo, la Croce Rossa ha confermato che Israele ha restituito complessivamente 120 corpi a Gaza in pochi giorni, mentre l’IDF assicura di agire nel rispetto del diritto internazionale.
Pressioni internazionali per Gaza
Nel frattempo, la Turchia ha inviato una delegazione di 81 tecnici specializzati, tra cui esperti dell’Afad, l’organizzazione turca per la gestione delle emergenze, con l’obiettivo di coordinare il soccorso e localizzare i corpi sia palestinesi che israeliani, compresi ostaggi sepolti sotto le macerie. La delegazione è in attesa del via libera israeliano per entrare nella Striscia di Gaza e si prevede un ingresso entro domenica.
Hamas ha inoltre chiesto ai mediatori regionali – Egitto, Qatar e Turchia – di garantire il rispetto degli accordi di cessate il fuoco e di facilitare l’apertura dei valichi di frontiera, in particolare quello di Rafah, per permettere la consegna degli aiuti umanitari e accelerare la ricostruzione.
Il governo israeliano, dal canto suo, ha minacciato di riprendere le operazioni militari se la restituzione dei corpi non procederà con la dovuta velocità. Il premier Benjamin Netanyahu ha aggiornato l’ex presidente americano Donald Trump sulle misure previste, ottenendo il suo sostegno. Intanto, l’inviato americano Steve Witkoff si appresta a tornare in Medio Oriente per monitorare l’attuazione dell’accordo e fare pressione su Hamas affinché acceleri la consegna delle salme.






