Gaza, 1 agosto 2025 – In un’intervista rilasciata a Repubblica, lo scrittore israeliano David Grossman ha espresso una dura presa di posizione sull’attuale situazione nella Striscia di Gaza, definendola con un termine che per anni si è rifiutato di usare: genocidio. Grossman, noto per il suo impegno pacifista e la sua critica alle politiche israeliane nei confronti dei palestinesi, ha spiegato il motivo di questa scelta dolorosa e sofferta.
Il coraggio di chiamare le cose col loro nome
“Per anni ho evitato di pronunciare la parola ‘genocidio’ riferita a Israele o ai palestinesi – ha dichiarato Grossman – ma ora non posso più trattenermi. Le immagini, le testimonianze dirette e quanto ho letto mi impongono di usare questa parola, perché ciò che sta accadendo è qualcosa di molto brutto”. Lo scrittore ha sottolineato come anche solo l’associazione di Israele a questo termine sia un segnale di allarme: “Se si parla di genocidio in relazione a Israele, significa che la situazione è estremamente grave”.
David Grossman ha ricordato il suo impegno costante per una soluzione a due Stati, considerandola l’unica strada percorribile per la pace: “Sarà difficile, ma non vedo alternative realistiche. Entrambi i popoli dovranno mostrare maturità politica per affrontare gli inevitabili attacchi che verranno”. Ha inoltre espresso apprezzamento per la proposta del presidente francese Emmanuel Macron di riconoscere ufficialmente lo Stato palestinese, sottolineando che questa scelta potrebbe portare vantaggi concreti rispetto alla gestione attuale affidata all’Autorità palestinese: “Uno Stato vero comporta anche obblighi reali, come il divieto delle armi e la garanzia di elezioni trasparenti senza violenza”.
David Grossman: scrittore e attivista per la pace
Nato a Gerusalemme nel 1954, Grossman è una figura di spicco della letteratura israeliana contemporanea e un attento osservatore della politica mediorientale. La sua produzione letteraria spazia dai romanzi più toccanti, come Vedi alla voce: amore e A un cerbiatto somiglia il mio amore, a saggi e reportage dedicati alla complessa realtà palestinese, come Il vento giallo.
Il suo impegno politico e sociale è noto: da sempre schierato con la sinistra israeliana, ha criticato apertamente la politica governativa verso Gaza e la Cisgiordania, pur sostenendo Israele in momenti di conflitto come la guerra del 2006 in Libano. La tragica perdita del figlio Uri, militare caduto in quell’operazione, ha segnato profondamente la sua vita personale e pubblica, rafforzando la sua dedizione alla causa della pace e del dialogo.
L’appello di David Grossman, attraverso parole nette e senza compromessi, riflette la crescente tensione e la drammatica realtà di Gaza, dove la violenza e la sofferenza sembrano alimentare un circolo vizioso difficile da spezzare. Le sue parole rappresentano una voce autorevole e critica che invita alla riflessione e all’azione urgente per fermare una tragedia umanitaria che si fa sempre più evidente.






