Prosegue la delicata fase post-conflitto nella Striscia di Gaza con importanti sviluppi riguardo alla gestione delle salme degli ostaggi israeliani deceduti e alle tensioni politiche e militari nella regione. Dopo un lungo negoziato e l’accordo parziale tra Israele e Hamas, è stato confermato che squadre congiunte dell’Egitto e della Croce Rossa Internazionale hanno ricevuto il via libera da parte del governo israeliano per operare oltre la cosiddetta “linea gialla”, il limite del ritiro delle forze israeliane da Gaza, al fine di localizzare e recuperare i corpi degli ostaggi deceduti.
Gaza: Israele autorizza il recupero degli ostaggi con Egitto e Croce Rossa
Un portavoce del governo israeliano ha sottolineato che l’accesso alle squadre di soccorso è stato concesso nel rispetto delle condizioni di sicurezza stabilite da Israele, che mantiene il diritto di veto sulla composizione delle forze internazionali coinvolte nella stabilizzazione della Striscia di Gaza. L’operazione di recupero si inserisce nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti, che prevede anche il rilascio di ostaggi e la gestione delle situazioni umanitarie. La Croce Rossa ha confermato la consegna di quattro corpi di ostaggi da parte di Hamas, trasferiti con la mediazione egiziana all’IDF (Forze di Difesa israeliane), in un’operazione condotta con la massima delicatezza e rispetto per le famiglie dei defunti.
Sul terreno, le Forze di difesa israeliane si sono ritirate da alcune aree della Striscia per evitare scontri con i miliziani di Hamas, che insieme alle squadre di soccorso internazionali stanno operando nel territorio per il recupero delle salme. Tuttavia, Israele ha denunciato violazioni da parte di Hamas riguardo alla restituzione completa dei corpi degli ostaggi, sospendendo temporaneamente il passaggio di aiuti umanitari e limitando l’ingresso a circa metà dei camion previsti.
La denuncia dell’Unrwa: “Israele continua a bloccarci”
Parallelamente, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) denuncia che Israele continua a bloccare l’ingresso del personale internazionale e degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, malgrado la situazione umanitaria critica.
Secondo un post pubblicato dall’Unrwa su X e ripreso da Al-Jazeera, circa 12 mila dipendenti locali dell’agenzia stanno tuttavia continuando a fornire assistenza sanitaria, supporto psicosociale e istruzione alla popolazione, spesso “in condizioni inimmaginabili”. L’anno scorso, Israele aveva vietato all’Unrwa di operare nel territorio sotto il suo controllo, motivando la decisione con accuse di legami tra alcuni dipendenti e il movimento islamista palestinese Hamas.
Tuttavia, la Corte Internazionale di Giustizia, che si è espressa la scorsa settimana, ha stabilito che Israele, in quanto potenza occupante, deve sostenere gli sforzi di soccorso delle Nazioni Unite, incluso l’Unrwa. La Corte ha inoltre rilevato che le accuse di Israele, secondo cui un numero significativo di dipendenti dell’agenzia sarebbe affiliato ad Hamas, non sono state dimostrate.
Nel post, l’Unrwa ha sottolineato che “un cessate il fuoco da solo non è sufficiente” e ha lanciato un appello urgente per l’invio di cibo, kit igienici, tende e altri rifornimenti essenziali, “disperatamente necessari” per la popolazione sotto assedio.






