Roma, 26 luglio 2025 – Continua a peggiorare la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza, dove nelle ultime 24 ore cinque persone sono morte a causa della fame e della malnutrizione, secondo quanto riferito dal complesso ospedaliero di Al-Shifa e riportato da Al Jazeera. Tra le vittime, si contano numerosi bambini, con un bilancio complessivo che raggiunge ormai i 124 decessi per fame dall’inizio del conflitto.
La crisi umanitaria a Gaza e il rischio per i bambini
Il governo di Gaza ha lanciato un allarme drammatico, affermando che oltre 100.000 bambini sotto i due anni, inclusi 40.000 neonati, rischiano di morire nei prossimi giorni per la mancanza di latte artificiale e integratori nutrizionali essenziali. Questa emergenza è aggravata dalla continua chiusura dei valichi di accesso e dall’impedimento all’ingresso di rifornimenti di base nella Striscia, elementi che stanno portando a un disastro umanitario senza precedenti.
Fonti mediche locali riportano che solo nelle ultime 24 ore sono morti di fame tre neonati, tra cui il piccolo Hud Arafat, vittime di una situazione causata dalla scarsità di alimenti adeguati e dalla malnutrizione grave. In totale, 84 bambini risultano tra le vittime della crisi alimentare. L’allarme è condiviso anche da organizzazioni internazionali che denunciano un aumento vertiginoso dei tassi di malnutrizione, con l’UNRWA che segnala un raddoppio dei casi tra i bambini sotto i cinque anni tra marzo e giugno 2025.
Offensiva militare e tensioni internazionali
Parallelamente alla crisi alimentare, la situazione sul terreno si fa sempre più critica. L’esercito israeliano ha lanciato una massiccia offensiva terrestre e aerea a Deir al-Balah, nel cuore della Striscia di Gaza, mettendo a rischio anche la vita di operatori delle Nazioni Unite e di personale italiano presente nell’area, definita “zona sicura”. Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha chiesto con forza la cessazione immediata degli attacchi, sottolineando la pericolosità degli scontri vicino ai luoghi dove sono presenti operatori umanitari.
Intanto, la comunità internazionale si mobilita con una dichiarazione congiunta di 25 Paesi, tra cui l’Italia, che chiede la fine immediata delle ostilità e denuncia la catastrofe umanitaria in atto. La risposta del governo israeliano ha bollato questo appello come “disconnesso dalla realtà”, ribadendo che Hamas è l’unica responsabile del protrarsi del conflitto e della mancata intesa per il rilascio degli ostaggi e il cessate il fuoco.
Nel frattempo, i dati raccolti indicano che il numero delle vittime civili palestinesi si avvicina ormai a 60.000, con oltre 130 morti nelle ultime 24 ore, e un aumento drammatico della mortalità per fame – quasi pari a quella registrata dall’inizio delle ostilità il 7 ottobre 2023, come evidenziato dal presidente della ong Refugees International, Jeremy Konyndyk. La crisi alimentare e umanitaria a Gaza rimane quindi uno dei nodi più urgenti e gravi del conflitto in corso.






