Un’escalation di violenza ha colpito oggi la Striscia di Gaza con un bilancio drammatico: almeno 25 persone sono state uccise nei raid aerei israeliani, secondo le autorità sanitarie locali. Tra le vittime, 10 sono decedute nel quartiere di Zeitoun, nel sud di Gaza City, uno dei settori più densamente popolati e già duramente colpiti dai conflitti precedenti
Raid aerei e vittime civili: il caso di Zeitoun e Rafah
La situazione nelle aree colpite è estremamente critica. Oltre alle vittime dirette dei bombardamenti, due persone in attesa di aiuti umanitari sono rimaste ferite vicino a un centro di distribuzione nel sud di Rafah, secondo fonti del complesso medico Nasser, riportate da Al Jazeera. Rafah, città situata al confine con l’Egitto e capoluogo del governatorato omonimo, è un punto nevralgico per l’arrivo degli aiuti e per il passaggio dei rifugiati.
Il territorio di Rafah, con i suoi circa 172.000 abitanti, è spesso teatro di scontri e tensioni. La città è divisa tra una parte palestinese e una egiziana, con il valico di Rafah che rappresenta l’unica via di accesso tra Gaza e l’Egitto, fondamentale per l’ingresso di beni e assistenza umanitaria.
Contesto e impatto umanitario
La Striscia di Gaza, con una popolazione di oltre 590.000 abitanti a Gaza City e una densità abitativa tra le più alte al mondo, continua a vivere sotto la pressione di conflitti e blocchi. Le infrastrutture sanitarie sono messe a dura prova e la popolazione civile, in larga maggioranza musulmana con una significativa componente giovanile, paga il prezzo più alto degli scontri.
Gli attacchi israeliani, giustificati da fonti ufficiali come operazioni mirate contro obiettivi militari, causano purtroppo numerose vittime tra i civili, soprattutto in aree densamente popolate come Zeitoun e Rafah. La comunità internazionale, attraverso le Nazioni Unite e varie organizzazioni umanitarie, continua a richiedere un immediato cessate il fuoco e un accesso sicuro agli aiuti per la popolazione palestinese.
Le tensioni nella regione rimangono altissime, con conseguenze umanitarie gravi che si sommano a una crisi già di lunga durata, aggravata da difficoltà economiche e sociali.






