Parigi, 19 ottobre 2025 – Un audace colpo ha scosso stamane il Museo del Louvre, uno dei poli culturali più importanti al mondo, con il furto di gioielli storici di immenso valore. I preziosi trafugati, appartenenti alla collezione imperiale napoleonica, rappresentano una perdita significativa sia dal punto di vista economico sia storico, data la loro stretta connessione con la figura di Napoleone Bonaparte e la sua famiglia.
Il furto al Louvre
La rapina si è consumata nelle prime ore di apertura del museo, nella celebre Galleria di Apollo, dove sono esposti i cosiddetti “Gioielli della Corona”. Qui venivano custoditi monili appartenuti all’epoca napoleonica, tra cui collane, spille e diademi ornati da smeraldi, zaffiri e diamanti incastonati in oro.
Due dei gioielli sottratti, tra cui la corona dell’imperatrice Eugenia, sono stati recuperati nei pressi del museo, ma altri sette restano ancora dispersi. Il ministro dell’Interno francese, Laurent Nunez, ha definito il valore dei gioielli “inestimabile” e ha annunciato l’apertura di un’inchiesta per furto organizzato e associazione a delinquere. La Procura di Parigi coordina le indagini con il supporto della Brigata anticrimine e dell’Ufficio Centrale per la Lotta al Traffico di Beni Culturali, in stretta collaborazione con l’Interpol.
Il valore storico ed economico dei gioielli rubati
Non è ancora possibile fornire una stima precisa del valore complessivo dei preziosi sottratti, ma si sa che i gioielli appartenenti a Napoleone Bonaparte e alla sua famiglia possono raggiungere cifre multimilionarie sul mercato nero, considerando sia l’elevato valore materiale delle pietre preziose sia l’inestimabile valore storico. La collezione imperiale comprendeva infatti decine di migliaia di gemme tra diamanti, smeraldi, rubini e zaffiri, molte delle quali documentate e collegate direttamente alla figura dell’Imperatore e dei suoi familiari, come Giuseppina Bonaparte.
Un aspetto particolarmente critico riguarda la possibilità che i ladri decidano di smembrare i gioielli per rivendere separatamente oro e pietre, una pratica che renderebbe quasi impossibile la loro identificazione e il recupero. Le autorità si muovono quindi con urgenza per monitorare le rotte del traffico illecito e impedire l’uscita delle gemme dai confini nazionali.






