È morto Clark Olofsson, uno dei protagonisti del celebre sequestro di piazza Norrmalmstorg a Stoccolma, evento che diede origine al concetto di “sindrome di Stoccolma”. Il criminale svedese, che aveva 78 anni, è deceduto dopo una lunga malattia, come ha reso noto la sua famiglia al quotidiano online Dagens Etc, riportato anche dalla Bbc
La rapina di Stoccolma e la nascita della sindrome
Nel 1973, Olofsson divenne noto a livello internazionale per il suo coinvolgimento in una rapina e sequestro di ostaggi durato sei giorni presso la Kreditbanken di Stoccolma. Durante l’irruzione, gli ostaggi svilupparono un legame emotivo con i rapitori, difendendoli e mostrando ostilità verso la polizia. Fu il criminologo e psichiatra svedese Nils Bejerot a coniare il termine “sindrome di Stoccolma” per descrivere questo fenomeno psicologico, ovvero l’affetto irrazionale che ostaggi possono provare verso i loro sequestratori.
L’evento riscosse grande attenzione anche l’anno successivo, quando l’ereditiera californiana Patricia “Patty” Hearst venne rapita e successivamente si unì al suo gruppo di sequestratori, i militanti del Symbionese Liberation Army, confermando la diffusione del fenomeno.
La vita e l’eredità di Clark Olofsson
Clark Olofsson, nato nel 1947 a Trollhättan, Svezia, è stato uno dei criminali più noti e controversi del paese. La sua carriera è stata segnata da numerose condanne per rapina, tentato omicidio e traffico di droga, nonché da ripetute evasioni carcerarie, alcune delle quali spettacolari. La sua figura ha assunto un carattere quasi mitologico, rappresentato anche nella serie Netflix “Clark” del 2022, dove è stato interpretato da Bill Skarsgård.
Durante il sequestro di Norrmalmstorg, Olofsson venne portato dai rapitori per negoziare con la polizia e trascorse i sei giorni con gli ostaggi, evento che contribuì a consolidare la sua fama. Nonostante la sua carriera criminale, la Corte d’Appello svedese lo assolse dalle accuse legate al sequestro, riconoscendo che aveva cercato di proteggere gli ostaggi.
Olofsson ha rappresentato un caso unico di “celebrity gangster” nella storia svedese, tanto da essere definito un “Dio di emergenza” dagli stessi ostaggi. La sua vita, fatta di crimini, fughe e rapporti complessi, continua a essere oggetto di interesse e riflessione nel panorama culturale e criminologico internazionale.






