Roma, 10 ottobre 2025 – Sono atterrati alle 18:20 all’aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino tre dei nove attivisti italiani della Freedom Flotilla, fermati due giorni fa dall’IDF (Forze di Difesa Israeliane) nelle acque internazionali al largo di Gaza. Elisabeth De Luca, Stefano Argenio e Lorenzo Mollicone sono arrivati con un volo della Turkish Airlines proveniente dalla Turchia, accolti da sostenitori e familiari radunati fuori dal terminal 3. Dopo oltre 32 ore di silenzio, il loro ritorno è stato segnato da baci e abbracci, mentre raccontavano le drammatiche esperienze vissute durante la detenzione.
Il racconto degli attivisti e la dura esperienza in carcere

Gli attivisti hanno descritto un viaggio estremamente difficile e un trattamento violento da parte dei soldati israeliani, che li hanno fermati all’alba di mercoledì, a 120 miglia nautiche da Gaza. “Siamo stati bendati, ammanettati, umiliati e qualcuno di noi picchiato”, ha dichiarato Stefano Argenio, sottolineando come la vera attenzione debba essere rivolta alla popolazione di Gaza. I nove italiani facevano parte di un equipaggio complessivo di 145 persone distribuite su nove imbarcazioni, tra cui la Conscience, nave ammiraglia della Freedom Flotilla che trasportava medici, operatori umanitari e giornalisti con medicinali destinati ai civili palestinesi.
Dopo l’abbordaggio, gli attivisti sono stati condotti nel porto di Ashdod e interrogati sommariamente dall’ufficio immigrazione israeliano. La preoccupazione dei loro cari è aumentata a causa della difficoltà di ottenere informazioni. Fondamentale in questo frangente è stato il supporto legale fornito dall’associazione israelo-palestinese Adalah.
Lorenzo Mollicone ha espresso la sua frustrazione per la mancanza di sostegno istituzionale italiano: “Ad accogliermi all’aeroporto ci sono i miei amici e i miei familiari, ma non la Meloni o qualcuno del governo. Dove sono Giorgia e Mattarella? Dove sono le istituzioni?”.
La missione della Conscience e il sostegno internazionale
La Conscience è una nave speciale della Freedom Flotilla Coalition, composta da professionisti come medici, infermieri, operatori umanitari e giornalisti, che hanno l’obiettivo di rompere il blocco navale imposto da Israele a Gaza, considerato una violazione del diritto internazionale del mare e del diritto umanitario. Elisabeth De Luca, educatrice in emergenza a bordo della Conscience, ha spiegato in un’intervista che la missione non si limita a consegnare aiuti umanitari, ma punta a sostenere la società palestinese nella sua resistenza e nella prospettiva di una futura autonomia.
Nonostante il recente cessate il fuoco permanente, l’atteggiamento dell’IDF nei confronti degli attivisti e della popolazione di Gaza rimane duro e repressivo, come confermato dalle condizioni di detenzione degli attivisti della Global Sumud Flotilla e dai soprusi subiti in carcere.
La Freedom Flotilla Coalition continua quindi la sua azione nonviolenta, con la missione di portare all’attenzione internazionale le ingiustizie subite dal popolo palestinese e di chiedere la fine dell’assedio. La mobilitazione globale attorno a queste iniziative dimostra un crescente interesse e sostegno verso Gaza e la sua popolazione.
Fonte: Davide Di Carlo - Flotilla, abbracci per gli attivisti della Freedom a Fiumicino: "Noi picchiati e umiliati"






