Parigi, 26 agosto 2025 – La situazione politica in Francia si presenta sempre più critica con il governo guidato dal primo ministro François Bayrou che si avvia verso una crisi istituzionale di rilievo. Il premier, insediatosi il 13 dicembre 2024 e presidente del Movimento Democratico (MoDem), ha recentemente lanciato un allarme sul grave stato delle finanze pubbliche francesi, annunciando una manovra economica senza precedenti, ma rischia di non ottenere la fiducia parlamentare l’8 settembre, data in cui potrebbe concretizzarsi la caduta dell’esecutivo.
La crisi finanziaria e la sfida politica in Francia
In una conferenza stampa a Parigi, Bayrou ha sottolineato la necessità di una riduzione del deficit pubblico di 44 miliardi di euro in quattro anni per evitare il rischio di sovraindebitamento dello Stato, annunciando quella che ha definito “la manovra più importante della nostra storia“. Il premier ha però anticipato che il voto di fiducia non sarà sulle singole misure ma sul principio stesso della manovra, in un contesto di tensioni internazionali che aggravano ulteriormente la situazione: dalle rivalità globali alle barriere commerciali imposte da Trump e dalla Cina, fino alle divisioni interne all’Unione Europea.
Bayrou, noto esponente centrista e sindaco di Pau, deve fronteggiare l’opposizione compatta di estrema destra e sinistra, con il Rassemblement National e France Insoumise che annunciano un netto rifiuto della fiducia. Anche i Verdi si schierano contro l’esecutivo, mentre il Partito Socialista, pur avendo inizialmente lasciato aperto uno spiraglio per un negoziato, esclude un sostegno formale. La tensione sociale è palpabile, con la mobilitazione annunciata per il 10 settembre che richiama alla memoria le proteste dei gilet gialli.
Impopolarità record di Bayrou e Macron
Il premier Bayrou si trova oggi al centro di un crescente malcontento popolare. Secondo il recente sondaggio IFOP/JDD di luglio 2025, è il primo ministro meno apprezzato della storia recente francese, con un indice di gradimento al 18%, mentre il presidente Emmanuel Macron, che lo ha nominato e sostiene politicamente, registra un minimo storico attorno al 19%. Le proposte di riforma, tra cui la soppressione di due giorni festivi e la revisione delle indennità di disoccupazione, sono percepite come un attacco agli acquisiti sociali, alimentando la percezione di un governo distante e insensibile alle difficoltà quotidiane dei cittadini.
Il rapporto difficile con l’opinione pubblica si riflette anche nelle reazioni dei gruppi sociali storicamente più vicini al potere, come gli imprenditori e i dirigenti, che mostrano una marcata disillusione verso l’azione del presidente e del suo Primo ministro. La mancanza di consenso parlamentare e sociale rende il cammino del governo Bayrou estremamente incerto, con il rischio concreto di una crisi di governo imminente.






