Delusione tra gli otto sindacati francesi dopo l’incontro con il nuovo Primo Ministro Sébastien Lecornu. Le proposte avanzate dal capo del governo non hanno soddisfatto le aspettative dei sindacati, che hanno denunciato l’assenza di risposte chiare alle loro richieste, in particolare sulla sospensione e successiva abrogazione della controversa riforma delle pensioni.
La reazione dei sindacati francesi dopo l’incontro con Lecornu e il nuovo sciopero
L’intersindacale unita, rappresentata anche dalla segretaria della Confédération française démocratique du travail (CFDT), Marylise Léon, ha annunciato un nuovo sciopero nazionale previsto per il 2 ottobre prossimo. “Per i sindacati è un’occasione mancata”, ha dichiarato Léon, sottolineando il netto disappunto per il mancato dialogo con il governo.
La mobilitazione sociale già avviata il 18 settembre scorso continua così ad allargarsi, con l’adesione immediata di importanti forze politiche di opposizione come il Partito comunista, La France Insoumise e gli Ecologisti, che sostengono la convocazione di ulteriori scioperi e manifestazioni.
Chi è Sébastien Lecornu e il suo ruolo nel governo
Nominato Primo Ministro il 9 settembre 2025 dal presidente Emmanuel Macron, Sébastien Lecornu è un politico di 39 anni. Prima di diventare capo del governo, Lecornu ha ricoperto il ruolo di Ministro della Difesa dal 2022, nel quale ha affrontato varie sfide internazionali, tra cui la crisi in Ucraina e il ridispiegamento militare nel Sahel.
Lecornu è considerato un fedelissimo di Macron e membro del partito Renaissance. La sua nomina arriva in un momento di forte tensione politica e sociale in Francia, con una crescente opposizione parlamentare e una crescente incidenza delle proteste sindacali. Nonostante le sue doti di mediatore, la sua vicinanza al presidente, attualmente impopolare, complica il già fragile quadro politico.
La CFDT, sindacato socialdemocratico tra i più rilevanti in Francia, con oltre 600.000 iscritti, rappresenta un interlocutore chiave nelle trattative sul futuro della riforma pensionistica e più in generale sulle politiche sociali del governo.
Il nuovo sciopero del 2 ottobre si preannuncia quindi come un importante banco di prova per il governo Lecornu, chiamato a gestire una complessa situazione sociale e politica nel paese.






