Alla vigilia del voto di fiducia al suo governo, fissato per l’8 settembre, il primo ministro francese François Bayrou ha puntato il dito contro l’Italia accusandola di praticare “dumping fiscale”. Rispondendo ai giornalisti, Bayrou ha parlato di un fenomeno di “nomadismo fiscale” che porterebbe i contribuenti più ricchi a spostare la residenza dove la tassazione è più conveniente. Nel suo intervento ha ricordato come in Francia sia stato permesso che il debito crescesse e ha sottolineato che le risorse destinate a operatori economici stranieri non avvantaggiano il Paese. Ha indicato come modello virtuoso il Giappone, dove il debito pubblico è detenuto per il 99% da investitori nazionali.
La replica di Palazzo Chigi a Bayrou
Immediata la risposta del governo italiano, che in una nota ufficiale ha definito “totalmente infondate” le accuse del premier francese. Palazzo Chigi ha ribadito che la crescita dell’economia italiana è legata a stabilità e credibilità, non a vantaggi fiscali indebiti. L’esecutivo ha ricordato che con l’attuale maggioranza è stato persino raddoppiato il regime forfettario introdotto nel 2016 per i nuovi residenti, segno che non esiste alcuna politica aggressiva volta ad attirare ricchi contribuenti stranieri. Al contrario, Roma si dice penalizzata da anni dai veri paradisi fiscali presenti nell’Unione Europea, invitando la Francia a collaborare per contrastare chi pratica realmente dumping fiscale.
Le critiche della politica italiana
Alle parole di Bayrou hanno fatto eco numerose reazioni dal mondo politico. Marco Osnato, deputato di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Finanze alla Camera, ha dichiarato che è l’Italia a subire il dumping fiscale, visto che molte grandi aziende del Paese hanno scelto di spostare le proprie sedi legali e fiscali in Paesi come Olanda, Lussemburgo e Regno Unito. Secondo Osnato, queste dinamiche dimostrano che l’ideale europeista viene talvolta smentito nei fatti, diventando parte del problema. Il parlamentare ha inoltre osservato che la sinistra francese, con uscite come quella di Bayrou, si mostra tutt’altro che europeista e ha sfidato la sinistra italiana a dimostrare se vorrà difendere l’interesse nazionale o schierarsi con Parigi.
La posizione della Farnesina
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, in un’intervista a Il Messaggero, si è detto “sbalordito” dalle accuse del premier francese, giudicandole il frutto di un ragionamento errato. Tajani ha sottolineato che la solidità economica e politica italiana non deriva da scorciatoie fiscali, né da manovre contro altri Paesi dell’Unione. Ha inoltre evidenziato che in Europa esistono anomalie ben più gravi da affrontare, rappresentate dai veri paradisi fiscali che continuano a sottrarre risorse ai bilanci pubblici.
L’attacco della Lega a Bayrou
Dura la presa di posizione della Lega, che ha definito le dichiarazioni di Bayrou “un attacco grave e inaccettabile” all’Italia, agli imprenditori e ai lavoratori, attribuendole al nervosismo di un governo francese in crisi. Anche Maurizio Lupi, presidente di Noi Moderati, ha giudicato le parole del premier francese “inopportune nei modi e sbagliate nel contenuto”, invitandolo a lavorare con l’Italia per una vera politica fiscale e industriale europea capace di garantire regole eque per tutti. Sulla stessa linea il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, che ha accusato Bayrou di cercare nemici all’estero per coprire le proprie difficoltà interne e ha chiesto che si scusi con Roma.






