New York, 15 ottobre 2025 – Il nuovo scontro tra Donald Trump e la rivista Time riaccende la lunga disputa tra il presidente degli Stati Uniti e la stampa americana. L’episodio nasce dopo la copertina intitolata “His Triumph” dedicata al suo ruolo nell’accordo di Gaza. Trump ha criticato duramente la fotografia scelta per la copertina, accusando la redazione di averlo ritratto in modo poco lusinghiero: “Mi hanno fatto scomparire i capelli”, ha scritto su Truth Social. Dietro l’ironia, però, si nasconde una tensione più profonda che da anni segna il rapporto tra il tycoon e i media statunitensi.
Trump e la polemica sulla copertina “His Triumph” del Time
La rivista Time ha dedicato la prima pagina all’accordo diplomatico su Gaza, rappresentando Trump come protagonista del negoziato. Tuttavia, la foto scelta — un primo piano ripreso dal basso — ha provocato la sua reazione furiosa.
Sul suo social Truth Social, l’ex presidente ha ironizzato: “Hanno pubblicato un articolo decente su di me, ma quella foto è la peggiore di sempre. Mi fa sembrare calvo e con una piccola corona sulla testa”.
Molti osservatori hanno interpretato questo commento come un riferimento ironico all’immagine di sé che Trump coltiva da anni, spesso amplificata attraverso meme e post autocelebrativi in cui appare come papa, Jedi o supereroe. Da parte sua, Time non ha risposto ufficialmente alle accuse, limitandosi a pubblicare la copertina con il titolo “His Triumph”, un gioco di parole che richiama direttamente il cognome del politico.
La controversia è così diventata l’ennesimo capitolo di una lunga guerra mediatica che accompagna l’ex presidente fin dai suoi primi mesi alla Casa Bianca.
Trump e i media: una sfida che dura da anni
Il conflitto tra Trump e la stampa americana è ormai una costante della scena politica statunitense. Fin dal suo insediamento, il leader repubblicano ha accusato testate come CNN, The New York Times, The Washington Post e NBC di diffondere “fake news” e di agire come strumenti di propaganda dei suoi oppositori.
Nel 2018, durante un comizio in Florida, definì i media “il nemico del popolo americano”, suscitando forti reazioni da parte delle associazioni di giornalisti. In più occasioni, la Casa Bianca revocò temporaneamente gli accrediti a reporter considerati “ostili”, come accadde al giornalista Jim Acosta della CNN.
Parallelamente, Trump ha denunciato presunte censure sui social network, in particolare su Twitter (oggi X), accusando le piattaforme di limitare la libertà di espressione dei conservatori. Dopo la sua sospensione nel 2021, ha lanciato Truth Social, la piattaforma che oggi utilizza per diffondere annunci, commenti politici e repliche ai giornalisti, consolidando un rapporto diretto con la propria base elettorale.
Secondo gli analisti, questo scontro continuo con la stampa contribuisce a mantenere alta la visibilità di Trump, rendendolo una figura centrale in un panorama mediatico sempre più polarizzato.





