“Il compito dichiarato della Global Sumud Flotilla era di far giungere aiuti e richiamare l’attenzione sulle difficoltà con cui arrivavano a chi ne ha bisogno. L’obiettivo che si proponevano verrebbe, dunque, raggiunto dall’accettazione del piano Usa per la Palestina che, in qualche modo, può aprire la strada alla pace e agli aiuti umanitari. Proprio per questo mi sento in dovere di fare loro un ultimo appello affinché prendano atto di ciò che sta accadendo e affinché utilizzino una delle soluzioni alternative prospettate da più parti, in primis il Patriarcato della Chiesa cattolica, negli ultimi giorni, per far arrivare gli aiuti”. Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervenuto sul caso della Flotilla diretta verso Gaza.
I droni turchi e il monitoraggio internazionale
La missione umanitaria, partita con l’obiettivo di portare aiuti alla popolazione palestinese, è ormai sorvegliata da diversi Paesi. Accanto a Italia, Spagna e Grecia si è aggiunta anche la Turchia, che ha schierato droni di lunga autonomia decollati dalla base di Çorlu. Da tre giorni consecutivi i velivoli seguono la rotta del convoglio, monitorandone da vicino i movimenti.
Ankara ha spiegato che l’operazione rientra in un’attività di controllo per garantire la sicurezza delle navi civili impegnate nella missione, ribadendo che l’intervento avviene nel rispetto del diritto internazionale. La Turchia ha inoltre annunciato la disponibilità delle proprie unità navali a fornire supporto umanitario e soccorso in coordinamento con partner e istituzioni competenti.
Le accuse di Israele
Parallelamente, l’Idf ha diffuso documenti che, secondo la sua versione, collegherebbero direttamente la Global Sumud Flotilla a Hamas. I materiali, recuperati a Gaza, indicherebbero nomi di esponenti del movimento islamista legati all’organizzazione della missione. Tra questi Zaher Birawi, associato alle flottiglie dirette verso Gaza, e Saif Abu Kashk, amministratore della società spagnola Cyber Neptune, che disporrebbe di decine di imbarcazioni coinvolte.
Tel Aviv sostiene che tali navi sarebbero di fatto controllate da Hamas attraverso società di copertura, ipotesi che però non ha trovato conferme indipendenti e che alimenta ulteriormente le tensioni intorno alla missione.
La posizione della Flotilla e le mobilitazioni
Secondo la delegazione italiana del Global Movement to Gaza, il convoglio si trova a circa 250 miglia dall’ingresso nelle acque palestinesi. Alcune imbarcazioni avrebbero subito danni attribuiti a droni, ma gli organizzatori hanno ribadito la volontà di proseguire il viaggio.
In Italia la vicenda continua a suscitare reazioni. A Torino il coordinamento “Torino per Gaza” ha annunciato proteste nel caso in cui la Flotilla venisse fermata, con presìdi e cortei programmati in città. Manifestazioni sono previste anche in occasione dell’Italian Tech Week, dove è atteso Jeff Bezos insieme a Ursula von der Leyen e John Elkann.
Dalla Nave Alpino il primo alert alla Flotilla a 180 miglia da Gaza
La Nave Alpino, fregata missilistica antisommergibile in servizio nella Marina Militare Italiana, ha raggiunto nelle ultime ore una distanza di circa 180 miglia nautiche dalle coste di Gaza, lanciando un primo avviso ufficiale rivolto a tutte le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, ribadendo che non supererà le 150 miglia nautiche dalla costa palestinese. Lo ha reso noto lo Stato Maggiore della Difesa, segnalando che, se non ci saranno variazioni di rotta e velocità, la flottiglia civile umanitaria raggiungerà intorno alle 2:00 del mattino di domani, 1° ottobre, il limite delle 150 miglia nautiche dalla costa.
L’appello di Antonio Tajani per la non violenza
Durante un comizio a Lamezia Terme, il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, ha riferito di aver contattato il suo omologo israeliano per chiedere che non venga utilizzata la violenza in caso di fermo degli italiani coinvolti nella Flotilla. Tajani ha sottolineato che i partecipanti non sono presenti “con intenti di guerra” e ha ribadito la necessità di evitare “problemi con chicchessia“. La posizione del governo italiano si mantiene cauta, suggerendo anche l’utilizzo di canali alternativi per la consegna degli aiuti umanitari, pur garantendo la tutela e la sicurezza dei cittadini coinvolti.
Un caso al centro del dibattito
Il futuro della Global Sumud Flotilla rimane incerto, stretto tra appelli politici, monitoraggi militari e accuse internazionali. L’appello di Crosetto, che richiama alla necessità di vie alternative e negoziate per far arrivare gli aiuti, si inserisce in un quadro sempre più complesso, in cui la tensione politica e il rischio di incidenti restano elevati.
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