Israele ha risposto con fermezza alle accuse di maltrattamenti rivolte a Greta Thunberg e agli altri attivisti detenuti in seguito al sequestro della flottiglia internazionale diretta a Gaza. Attraverso un post sul social network X, le autorità israeliane hanno definito tali affermazioni come “sfacciate menzogne”, sottolineando che tutti i diritti legali dei detenuti sono stati rispettati.
Il caso Greta Thunberg e le accuse di maltrattamenti a Israele
Nei giorni scorsi, era emersa una denuncia da parte di Greta Thunberg, l’attivista svedese nota per il suo impegno climatico, e di altri attivisti coinvolti nella missione della Flotilla, che mirava a rompere il blocco israeliano sulla Striscia di Gaza. Secondo quanto riportato dal Guardian e confermato da fonti diplomatiche svedesi, Thunberg avrebbe raccontato di essere stata detenuta in una cella infestata da cimici, con quantità insufficienti di cibo e acqua, e di aver subito duri trattamenti, tra cui la costrizione a lunghe permanenze seduta su superfici dure. Altre testimonianze parlano di pressioni per partecipare a foto con bandiere, sollevando dubbi sull’uso della sua immagine.
La replica delle autorità israeliane
Israele ha smentito categoricamente ogni accusa, dichiarando che Greta e gli altri attivisti non hanno presentato alcun reclamo formale, in quanto le condizioni descritte non si sarebbero mai verificate. Il ministero degli Esteri ha inoltre evidenziato che Thunberg e altri detenuti si sarebbero rifiutati di accelerare la loro espulsione, scegliendo invece di prolungare la detenzione.
La vicenda si inserisce nel contesto del blocco israeliano su Gaza, intensificato dopo il conflitto con Hamas, e della recente iniziativa della Global Sumud Flotilla, partita da Barcellona con oltre 50 imbarcazioni e 500 persone provenienti da 44 Paesi, tra cui la stessa Thunberg, con l’obiettivo di portare aiuti umanitari alla popolazione palestinese.
Il caso continua a suscitare attenzione internazionale e alimenta il dibattito sulle condizioni dei detenuti e sulle tensioni in Medio Oriente, in un momento di estrema complessità politica e militare per Israele e i territori palestinesi.






