Yassine Lafram, presidente dell’UCOII (Unione delle Comunità Islamiche d’Italia), ha denunciato in una conferenza stampa presso il Comune di Bologna le condizioni subite durante il suo sequestro da parte delle forze israeliane. L’episodio è avvenuto in acque internazionali, a circa 35 miglia dalla costa di Gaza, durante la partecipazione di Lafram alla Global Sumud Flotilla, un’iniziativa umanitaria internazionale volta a rompere il blocco israeliano sulla Striscia di Gaza.
Il racconto di Lafram sulla Flotilla e sulla detenzione in Israele
Lafram ha dichiarato: “Siamo stati rapiti e sequestrati in acque internazionali e condotti con la forza a Eshdod. Questo si chiama rapimento e sequestro di persone”. Ha poi descritto le violenze subite durante la detenzione, tra cui interrogatori senza presenza di avvocati, umiliazioni sistematiche, pugni sulla schiena, botte alla testa, occhi bendati e mani legate. Un trattamento disumano, riservato a uomini, donne e anziani senza distinzione.
Il presidente dell’UCOII ha inoltre denunciato la complicità di alcuni governi europei: “Israele usa il Mediterraneo come un cortile privato, e purtroppo anche il nostro governo lo riconosce”. Lafram ha spiegato di essere stato accusato di ingresso illegale in Israele, mentre in realtà lui e gli altri attivisti erano stati deportati contro la loro volontà dopo un processo sommario di poche ore, con una sentenza di espulsione senza possibilità di difesa reale.
Global Sumud Flotilla: il racconto dell’azione umanitaria contro il blocco di Gaza
La Global Sumud Flotilla è nata nel luglio 2025 come risposta alle gravi condizioni umanitarie nella Striscia di Gaza, aggravate dal conflitto e dal blocco israeliano. La flottiglia, composta da oltre 50 imbarcazioni provenienti da 44 paesi con più di 15.000 partecipanti registrati, aveva come obiettivo principale quello di portare aiuti alimentari e medicinali alla popolazione palestinese e di stabilire un corridoio umanitario permanente.
Il convoglio ha lasciato diversi porti mediterranei tra agosto e settembre, affrontando difficoltà meteorologiche e diverse interruzioni. Il 1° ottobre 2025, la Flotilla è stata intercettata in acque internazionali dalle forze israeliane, che hanno condotto una serie di abbordaggi armati senza causare vittime, ma sequestrando le imbarcazioni e arrestando tutti i passeggeri, incluso Lafram.
La missione è stata sostenuta da numerosi attivisti, artisti e politici internazionali, con l’intento di denunciare il blocco e fornire sostegno alla popolazione di Gaza, che secondo Lafram subisce ogni giorno condizioni di vita estremamente difficili e violazioni dei diritti umani.






