Gaza, 19 dicembre 2025 – L’inverno gelido e le piogge incessanti aggravano le condizioni di vita degli sfollati nella Striscia di Gaza, dove oltre due terzi della popolazione si trovano costretti a vivere in tende precarie a causa della distruzione delle loro abitazioni durante gli ultimi conflitti. La situazione umanitaria si fa ogni giorno più drammatica, con testimonianze dirette che raccontano di una realtà in cui «la guerra non è mai finita».
Sovraffollamento e condizioni estreme per gli sfollati
La Striscia di Gaza, con i suoi circa 590.000 abitanti concentrati in soli 45 km², è una delle aree più densamente popolate al mondo. L’esercito israeliano controlla più della metà del territorio, costringendo la popolazione a rifugiarsi in spazi ristretti, soprattutto lungo la costa, nelle aree di Al-Mawasi e altre enclave. Questa compressione ha generato un pesante sovraffollamento, aggravato dalla distruzione su larga scala delle abitazioni civili.
Le tende, spesso insufficienti a proteggere dal freddo e dalla pioggia, ospitano famiglie intere senza adeguati servizi di base. Le condizioni sanitarie precarie e la scarsità di cibo e medicinali, denunciate da numerose organizzazioni umanitarie, mettono a rischio soprattutto i bambini, molti dei quali hanno meno di 25 anni, come evidenziato dai dati demografici di Gaza.
Gaza, un territorio martoriato
Sulla Striscia la crisi umanitaria sembra non avere mai fine: prima i due anni di raid e bombardamenti israeliani, che hanno distrutto circa l’80% degli edifici e hanno messo in ginocchio la popolazione, poi il blocco degli aiuti umanitari, con i valichi e gli accessi alla Striscia chiusi da Tel Aviv. Ora, nonostante la tregua in vigore da inizio ottobre, i gazawi continuano a soffrire a causa del maltempo.
La tempesta Byron è stata la prima a infrangersi sulla Striscia, mietendo numerose vittime; negli ultimi giorni poi una nuova ondata di maltempo è subentrata, continuando a flagellare la popolazione. A causa del blocco degli aiuti, i palestinesi di Gaza non possono avere nuove tende, cibo, acqua, medicinali e carburante, rimanendo così esposti al freddo e alle piogge. I bambini e gli anziani sono i primi a farne le spese, morendo per primi.






