New York, 4 novembre 2025 – Nel giorno cruciale delle elezioni per la carica di sindaco di New York, il console generale di Israele a New York ed ex ministro del Likud, Ofir Akunis, ha lanciato un duro attacco contro il principale candidato democratico, Zohran Mamdani, definendolo un “chiaro e immediato pericolo per la comunità ebraica” della Grande Mela. La controversa accusa si basa sul sostegno pubblico di Mamdani alle manifestazioni pro-palestinesi che si sono svolte in città.
Le accuse di Akunis
Secondo quanto riportato dal quotidiano israeliano Haaretz, Akunis ha sottolineato che l’elezione di Mamdani potrebbe rappresentare una “minaccia chiara e immediata per le istituzioni ebraiche e le sinagoghe di New York“. Queste ultime, ha precisato, sono per lo più sorvegliate dal Dipartimento di Polizia di New York, che potrebbe dover affrontare nuove sfide in caso di vittoria del candidato democratico. L’allarme lanciato dal console generale israeliano riflette le tensioni crescenti tra alcune frange della comunità ebraica e le posizioni politiche di Mamdani, che ha manifestato un forte impegno per la causa palestinese.
Chi è Zohran Mamdani: il volto nuovo della sinistra a New York
Zohran Kwame Mamdani, 33 anni, è un politico di origini ugandesi e indiane, attualmente membro dell’Assemblea dello Stato di New York per il 36º distretto, che comprende i quartieri di Astoria e Long Island City. Figlio del politologo Mahmood Mamdani e della regista Mira Nair, si è formato in un ambiente multiculturale e ha sviluppato una visione politica fortemente orientata alla giustizia sociale e ai diritti delle minoranze.
Dichiaratosi socialista democratico, Mamdani ha conquistato la scena politica newyorchese con una campagna innovativa, basata su mobilitazione porta a porta e un uso efficace dei social media, sostenuto da figure di spicco del progressismo come Alexandria Ocasio-Cortez e Bernie Sanders. Fra i suoi obiettivi principali vi sono la riforma del diritto all’abitare, il miglioramento dei trasporti pubblici e la riduzione dei costi dei beni primari.
Il suo sostegno alle manifestazioni pro-palestinesi riflette un impegno politico che non manca di suscitare controversie in una città culturalmente complessa come New York, teatro di tensioni che si riflettono anche sulle imminenti elezioni municipali.
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