Bruxelles, 14 maggio – Durante l’incontro sull’iniziativa ReArm Europe, il commissario Ue all’Economia, Valdis Dombrovskis, ha escluso l’uso del Pnrr per la difesa, proponendo invece lo strumento Safe per il finanziamento
Il commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis, ha recentemente rivelato che durante le discussioni relative all’iniziativa “ReArm Europe”, è stata presa in considerazione l’idea di utilizzare parte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per finanziare progetti legati alla difesa. Tuttavia, alla fine, questa opzione è stata scartata.
La posizione di Dombrovskis sulla difesa
In una conferenza stampa svoltasi a Bruxelles, Dombrovskis ha sottolineato come l’Unione Europea stia cercando di affrontare le crescenti sfide in materia di sicurezza, ma ha anche evidenziato le complessità associate all’uso di fondi del Pnrr per scopi militari. La decisione di non procedere in questa direzione è stata motivata da una serie di fattori, tra cui l’importanza di mantenere la coerenza e la trasparenza nell’uso dei fondi europei.
La creazione dello strumento Safe
Dombrovskis ha spiegato che, per garantire un sostegno adeguato alla difesa, l’Unione ha optato per un nuovo strumento di prestito denominato “Safe”, progettato specificamente per affrontare le necessità di finanziamento in ambito di sicurezza. Questo strumento rappresenta una risposta strategica per rafforzare la capacità difensiva dell’Europa, senza compromettere le fondamenta del Pnrr, che è stato concepito per stimolare la ripresa economica post-pandemia e finanziare investimenti in settori chiave come la transizione ecologica e digitale.
Riflessioni sulle scelte politiche europee
La posizione di Dombrovskis riflette una crescente consapevolezza nel contesto europeo riguardo alla necessità di un approccio coordinato e responsabile nel gestire le risorse. La scelta di non destinare il Pnrr alla difesa è anche una risposta alle preoccupazioni espresse da diversi Stati membri, che temono che una tale mossa possa distogliere fondi da settori critici come la sanità e l’istruzione.






