Elon Musk ha tentato di influenzare il presidente americano Trump affinché adottasse una strategia più morbida sui dazi, secondo un’indiscrezione del Washington Post. Nonostante i suoi sforzi, Trump ha annunciato l’aumento del 50% sui dazi verso la Cina. Musk, CEO di Tesla, considera tali politiche dannose per gli affari e desidera una zona di libero scambio tra Europa e Stati Uniti
Recenti rivelazioni del Washington Post mettono in luce i tentativi di Elon Musk di persuadere il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, a riconsiderare la sua posizione sui dazi commerciali, in particolare quelli imposti sulle importazioni dalla Cina. Musk, noto per la sua influenza nel settore tecnologico e automobilistico come amministratore delegato di Tesla, ha espresso preoccupazioni rispetto a ulteriori misure tariffarie, che hanno visto l’annuncio di un aumento del 50% su molti prodotti cinesi.
Il contesto della disputa
Il contesto di questa disputa è complesso. Musk ha investito quasi 290 milioni di dollari nella campagna di Trump, il che rende la sua posizione ancor più significativa. Tuttavia, la sua visione differisce nettamente da quella dell’amministrazione, che ha fatto dei dazi una delle sue principali strategie economiche. Nonostante i suoi sforzi, inclusa la diffusione di un video su X in cui l’economista Milton Friedman sottolinea i vantaggi della cooperazione commerciale internazionale, i suoi appelli sembrano non aver avuto l’effetto desiderato.
Critiche alle politiche tariffarie
Oltre a cercare di convincere Trump, Musk ha anche criticato pubblicamente Peter Navarro, il consigliere commerciale della Casa Bianca, il quale ha svolto un ruolo cruciale nell’implementazione delle politiche tariffarie. Musk ha definito il dottorato di Navarro in economia ad Harvard come “una cosa negativa”, sottolineando la sua convinzione che le politiche protezionistiche siano dannose per le aziende come Tesla, che dipendono fortemente dal mercato cinese per la produzione e la clientela.
Risposta della Casa Bianca e proposte di Musk
La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha risposto a tali critiche affermando che l’amministrazione di Trump si avvale di un team di esperti con diverse idee, ma che alla fine è il presidente a prendere le decisioni finali. Musk, tuttavia, non si è fermato qui: durante un intervento al Congresso della Lega, ha proposto l’idea di una “zona di libero scambio” tra Europa e Stati Uniti, evidenziando il suo desiderio di una maggiore libertà di movimento e scambio tra le nazioni.
Infine, fonti vicine al mondo imprenditoriale rivelano che diversi dirigenti stanno lavorando per formare un gruppo informale che possa esercitare pressione sull’amministrazione Trump, nel tentativo di promuovere politiche commerciali più concilianti e favorevoli all’industria. Questa situazione evidenzia le tensioni tra le aspirazioni imprenditoriali di figure come Musk e le strategie economiche di un’amministrazione che continua a puntare forte sulla protezione dei mercati interni.






