Londra, 24 novembre 2025 – L’ex primo ministro britannico David Cameron ha reso pubblica la sua battaglia contro un tumore alla prostata, una rivelazione che arriva dopo un percorso di diagnosi e cura affrontato con discrezione. Cameron, celebre per aver guidato il Regno Unito durante il referendum sulla Brexit e recentemente tornato in politica come Segretario di Stato per gli Affari Esteri nel governo Sunak, si è fatto portavoce di una campagna per la prevenzione e lo screening precoce di questa malattia, che ogni anno causa circa 12.000 decessi nel Regno Unito.
David Cameron e la lotta contro il tumore alla prostata
L’ex premier ha spiegato di essersi sottoposto al test PSA – esame del sangue che misura livelli di antigene prostatico specifico – su insistenza della moglie Samantha, dopo aver ascoltato un’intervista radiofonica che lo ha spinto a fare un controllo. I valori risultati “preoccupantemente alti” lo hanno portato a effettuare una risonanza magnetica e una biopsia, che hanno confermato la diagnosi di cancro. Cameron ha raccontato l’attimo in cui il medico gli ha comunicato la malattia come un momento di grande paura e incertezza. “Ti mostrano una risonanza con qualche macchia nera e pensi che andrà tutto bene. Poi arrivano le parole che temi sempre”, ha detto in un’intervista al Times.
Di fronte a un bivio clinico tra monitoraggio e intervento, ha scelto una terapia focale innovativa, che utilizza impulsi elettrici tramite aghi sottili per eliminare le cellule malate in modo mirato, evitando trattamenti più invasivi e preservando la qualità di vita. L’esperienza personale di Cameron si è trasformata in un appello alla prevenzione: sostiene con forza l’introduzione di programmi di screening per gli uomini a rischio, auspicando che il Regno Unito segua l’esempio di altri paesi che hanno già adottato test sistematici per il tumore alla prostata dai 50 anni in su.
L’impatto della testimonianza e l’esempio del Re Carlo III
L’attenzione pubblica sulla prevenzione del tumore alla prostata è cresciuta notevolmente a seguito della diagnosi e del trattamento del Re Carlo III, che nel gennaio 2024 aveva annunciato di essersi sottoposto a una procedura correttiva per un ingrossamento prostatico. Il monarca britannico, noto per la sua meticolosa routine quotidiana e il rigore nel lavoro anche dopo l’ascesa al trono nel 2022, ha aperto un dibattito importante, incoraggiando gli uomini a non trascurare i controlli.
Il discorso di Carlo III ha avuto un effetto immediato sul sistema sanitario britannico, con un’imponente crescita delle richieste di informazioni e visite specialistiche. A seguire, numerose celebrità e personaggi pubblici, tra cui il ciclista olimpico Chris Hoy, il regista Steve McQueen e l’attore Stephen Fry, hanno contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dello screening e della diagnosi precoce.
La prevenzione come strumento fondamentale
L’esperienza di David Cameron si inserisce in un contesto più ampio di lotta contro il tumore alla prostata, una patologia che, se individuata tempestivamente, è altamente curabile. Nel Regno Unito, la commissione nazionale per la prevenzione sta valutando l’introduzione di un programma di screening che potrebbe salvare migliaia di vite, analogamente a quanto avviene per altri tumori più noti.
Cameron ha concluso il suo appello sottolineando che “se posso aiutare altri uomini a non ignorare i segnali o rimandare un controllo, allora vale la pena parlarne”. La sua testimonianza, associata alla crescente attenzione del Re Carlo III e di altre figure pubbliche, sta contribuendo a rompere un tabù maschile che spesso porta a ritardi nella diagnosi e nella cura.






