Roma, 5 settembre 2025 – Il Cremlino ha confermato oggi l’invito rivolto al presidente ucraino Volodymyr Zelensky per un incontro a Mosca, ribadendo che la proposta non ha alcuna finalità di resa ma è volta esclusivamente ad avviare un dialogo. Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, nel corso di un incontro con i giornalisti.
Invito a Zelensky: un colloquio, non una resa
Secondo Peskov, l’invito a Zelensky a recarsi a Mosca è stato una proposta diretta del presidente russo Vladimir Putin, ma è stata finora respinta dallo stesso Zelensky tramite il suo ministro degli Esteri. Il portavoce ha sottolineato che la visita non deve essere interpretata come un segno di capitolazione, ma come un’occasione per discutere direttamente e cercare una soluzione alla crisi.
Il Cremlino continua a ribadire la propria posizione intransigente, affermando che la pace si possa raggiungere solo a determinate condizioni, che includono il riconoscimento degli obiettivi russi. Peskov ha inoltre accusato i Paesi europei di ostacolare la risoluzione del conflitto in Ucraina, sostenendo che l’Europa stia utilizzando Kiev come centro di una strategia anti-russa.
La posizione del Cremlino sulle garanzie di sicurezza e le forze di peacekeeping
In un’intervista rilasciata al quotidiano russo Izvestia, Peskov ha anche espresso forte contrarietà alle garanzie militari offerte all’Ucraina da Stati Uniti ed Europa, definendole inadeguate per garantire la sicurezza di Kiev. Il portavoce ha sottolineato che la presenza di truppe straniere, in particolare europee e americane, non costituisce una reale garanzia di sicurezza per l’Ucraina agli occhi di Mosca.
Sul tema delle forze di peacekeeping europee, che le capitali occidentali stanno valutando come possibile soluzione futura, il Cremlino ha mantenuto una posizione cauta, sottolineando che si tratta di una questione ancora in fase concettuale e da discutere solo nel contesto dei negoziati di pace.
Il contesto diplomatico e le reazioni internazionali
Il messaggio di apertura al dialogo da parte di Mosca arriva in un momento di particolare tensione sul fronte ucraino, con Kiev che denuncia l’uso di armi chimiche da parte delle forze russe, e con la comunità internazionale impegnata a fornire sostegno militare e umanitario all’Ucraina.
In parallelo, il mondo diplomatico segue con attenzione le iniziative di pace promosse anche dalla Santa Sede, che più volte ha espresso il desiderio di un incontro tra Papa Francesco e Vladimir Putin, come dichiarato dallo stesso Pontefice prima della sua morte nel 2025. Papa Bergoglio aveva manifestato la volontà di recarsi a Mosca per un gesto simbolico di pace, ribadendo l’urgenza di fermare la guerra.
Nel frattempo, l’Italia, sotto la guida del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, continua a sostenere fermamente l’Ucraina sia sul piano diplomatico che umanitario, come confermato nell’incontro di ieri con Zelensky a Roma. La Presidenza italiana del G7 ha inoltre annunciato l’organizzazione, per il prossimo luglio, della terza Conferenza Internazionale sulla Ricostruzione dell’Ucraina, a sottolineare l’impegno a lungo termine nella stabilizzazione della regione.
Il conflitto rimane dunque al centro dell’attenzione globale, con Mosca che apre timidamente a un dialogo ma conferma la propria linea dura, e Kiev che resiste sul campo, determinata a difendere la propria sovranità.






