Mosca, 29 settembre 2025 – Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha commentato con cautela l’ipotesi di una possibile fornitura da parte degli Stati Uniti dei missili Tomahawk all’Ucraina, sottolineando che tali armamenti “non sarebbero un’arma magica” in grado di cambiare il corso del conflitto contro la Russia. La dichiarazione di Peskov, riportata dall’agenzia Interfax, evidenzia come Mosca stia monitorando attentamente la situazione per valutare eventuali risposte.
Peskov: “I missili Tomahawk non bastano a fare la differenza”
Secondo Peskov, anche qualora gli Stati Uniti decidessero di fornire a Kiev missili Tomahawk con capacità di attacco a lungo raggio, tale passo non rappresenterebbe un elemento decisivo per l’esito della guerra in Ucraina. Il portavoce ha quindi minimizzato il valore strategico di questo tipo di armamenti, suggerendo che la Russia non teme un cambiamento sostanziale sul campo derivante dalla loro introduzione.
Contemporaneamente, Peskov ha confermato che il Cremlino sta valutando con attenzione tutte le implicazioni di un’eventuale fornitura, riservandosi di adottare contromisure adeguate nel caso in cui questa si concretizzasse. Le parole indicano una posizione di fermezza e preparazione da parte di Mosca, che continua a considerare il conflitto ucraino una questione centrale per la sua sicurezza nazionale.
Elezioni in Moldavia, la Russia vuole attendere prima di esprimere un giudizio
Sempre da Mosca, Peskov ha espresso prudenza riguardo al risultato delle recenti elezioni in Moldavia, sottolineando che il Cremlino attenderà che tutte le forze politiche del Paese si esprimano ufficialmente prima di formulare una valutazione definitiva. Alcuni partiti locali hanno denunciato possibili irregolarità elettorali, ma Peskov ha ribadito che sarebbe errato per la Russia esprimere giudizi senza avere una visione completa e condivisa dai moldavi stessi.
Inoltre, il portavoce ha evidenziato come centinaia di migliaia di cittadini moldavi residenti in Russia siano stati di fatto esclusi dal voto a causa dell’apertura di soli due seggi elettorali sul territorio russo, una circostanza che ha limitato l’esercizio del diritto elettorale per questa comunità.
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