Bruxelles, 15 settembre 2025 – L’Europa e la Russia tornano a scambiarsi accuse e minacce mentre la guerra in Ucraina continua a infiammare il dibattito politico e diplomatico. Le recenti affermazioni del Cremlino sulla Nato e la promessa di nuove sanzioni da parte dell’Ue alimentano il clima già incandescente.
Ue: “Presto il 19esimo pacchetto di sanzioni alla Russia”
La Commissione Europea ha annunciato che è in fase di elaborazione il 19esimo pacchetto di sanzioni contro Mosca. Lo ha confermato il portavoce Olof Gill, durante il briefing con la stampa a Bruxelles, precisando che le nuove misure “arriveranno presto” e saranno mirate a colpire ulteriormente la macchina economica e militare del Cremlino.
Cremlino: “La Nato è di fatto in guerra con la Russia”
Dall’altra parte, Mosca alza i toni. Il portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov, ha dichiarato che “la Nato è di fatto in guerra con la Russia”, accusando l’Alleanza atlantica di un coinvolgimento diretto per il sostegno militare e finanziario garantito a Kiev. “Questo è ovvio e non richiede ulteriori prove”, ha ribadito Peskov, citato dall’agenzia russa Tass.
Tajani: “Putin ha preso in giro Trump”
Intanto, anche in Italia il tema resta centrale. Il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, ospite a ReStart su Rai3, ha sottolineato come il presidente russo abbia “un po’ preso in giro Trump, che tanto si era speso per un accordo tra Putin e Zelensky”. Tajani ha ribadito la necessità di “irrobustire le sanzioni” per tagliare i flussi finanziari verso le forze armate di Mosca, con l’obiettivo di costringere il leader del Cremlino a sedersi a un tavolo di trattativa.
Crosetto: “Impreparati a un attacco russo e di altri paesi”
Più severo l’allarme lanciato dal ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha avvertito: “Non siamo pronti né ad un attacco russo né ad un attacco di un’altra nazione”. Crosetto ha spiegato che l’Italia sconta vent’anni di scarsi investimenti nel settore militare: “I vent’anni non si recuperano in uno o due anni. Il compito oggi è mettere il Paese nelle condizioni di difendersi se qualche pazzo decidesse di attaccarci”.
Mentre Bruxelles prepara nuove sanzioni, Mosca intensifica la retorica anti-Nato e Roma riflette sulla propria sicurezza: il fronte della guerra sembra così allargarsi sempre più al terreno politico e strategico internazionale.






