L’aeroporto di Copenaghen è stato temporaneamente chiuso nella serata di ieri a causa dell’avvistamento di droni di grandi dimensioni nelle vicinanze dello scalo. La decisione ha comportato il blocco dei movimenti aerei in arrivo e partenza, con conseguenti cancellazioni e deviazioni per decine di voli.
Droni su Copenaghen: chiusura dello spazio aereo e impatto sui voli
Le autorità danesi hanno sospeso le operazioni aeroportuali intorno alle ore 20:30 locali (che corrispondono anche all’orario italiano), dopo che la polizia ha segnalato la presenza tra due e tre droni nelle immediate vicinanze dell’aeroporto. Il blocco del traffico aereo è stato disposto da Navair, l’agenzia responsabile della gestione del traffico nei cieli danesi, ed è previsto fino all’una della notte successiva, con possibilità di proroga in base all’evoluzione degli eventi.
Secondo i dati forniti da Eurocontrol, l’agenzia europea per il coordinamento dei voli civili nel continente, almeno 35 aeromobili diretti verso Copenaghen sono stati costretti ad atterrare in aeroporti alternativi come Oslo, Stoccolma o Berlino. Alcuni velivoli hanno inoltre deviato verso scali minori situati in Svezia (Malmö e Göteborg) o Danimarca (Billund e Aarhus).
La portavoce dello scalo ha confermato che lo stop ai movimenti si è reso necessario “dopo aver osservato droni dentro e attorno al perimetro aeroportuale”, sottolineando come sia ancora da chiarire se tali incursioni siano state volontarie o accidentali.

Droni su Copenaghen: le parole della premier e degli 007 danesi
Il sorvolo di droni sull’aeroporto di Copenaghen ha acceso i riflettori sulla vulnerabilità delle infrastrutture critiche danesi. A lanciare l’allarme è stato Flemming Drejer, capo dei servizi di intelligence interni (PET), che in conferenza stampa ha parlato di “minaccia estremamente grave” e di un possibile sabotaggio. Tra le ipotesi al vaglio, non viene esclusa la pista russa.
La premier danese Mette Frederiksen, intervistata dall’emittente TV2, ha definito l’episodio “l’attacco più grave mai visto contro un’infrastruttura critica del Paese”. Secondo la leader socialdemocratica, quanto accaduto è parte di un quadro più ampio che vede crescere in Europa episodi di attacchi con droni, violazioni dello spazio aereo e offensive informatiche contro gli scali aeroportuali.
L’indagine: un “attore capace” dietro i droni su Copenaghen
La polizia non ha ancora individuato i responsabili. Tuttavia, l’ispettore Jens Jespersen ha chiarito che l’operazione non è stata improvvisata: “Il numero di droni, le rotte di volo, le dimensioni e il tempo trascorso sopra lo scalo dimostrano che dietro c’è un attore esperto. Chi sia, non lo sappiamo ancora”.
L’Ue accusa: “Schema chiaro dietro ai droni, sospetti sulla Russia”
La Commissione europea alza il livello di allerta dopo l’ennesimo sorvolo di droni sui cieli dell’Unione. “Abbiamo visto uno schema chiaro, che punta sulla Russia”, ha dichiarato la portavoce Anitta Hipper nel briefing con la stampa a Bruxelles, interpellata sull’episodio che ha colpito l’aeroporto di Copenaghen. Pur precisando che le indagini sono in corso, Hipper ha sottolineato che Mosca “sta testando i nostri confini”, ricordando i casi di Polonia, Romania ed Estonia.
“Non si è trattato di violazioni accidentali, ma di ingressi intenzionali nello spazio aereo europeo”, ha rimarcato.
La proposta: un “muro di droni” per proteggere l’Ue
Dopo il nuovo incidente in Danimarca, un altro portavoce della Commissione ha rilanciato la necessità di costruire un ‘drone wall’ lungo i confini esterni dell’Unione. “Per chi ancora dubitava, ecco un altro esempio della sua urgenza”, ha spiegato.
Il progetto, che coinvolgerà Estonia, Lettonia, Finlandia, Lituania, Polonia, Romania e Bulgaria – e ora anche la Danimarca – sarà discusso dal commissario Ue alla Difesa Andrius Kubilius insieme ai Paesi in prima linea e all’Ucraina. Obiettivo: migliorare i sistemi di rilevamento e definire protocolli di risposta rapida. Bruxelles ha ricordato che risorse già esistono, citando i fondi del programma SAFE con 43 miliardi destinati alla Polonia e 17 alla Romania.
Mosca respinge le accuse
La reazione del Cremlino non si è fatta attendere. Il portavoce Dmitri Peskov, citato dalle agenzie Tass e Interfax, ha bollato come “infondate” le accuse provenienti da Copenaghen e Bruxelles. “Ogni volta che ascoltiamo accuse infondate, smettono di essere prese in considerazione. Una parte seria e responsabile non dovrebbe ripetere simili affermazioni”, ha dichiarato Peskov, respingendo ogni ipotesi di coinvolgimento russo.
Droni: tecnologia ed emergenze negli spazi sensibili
Gli aeromobili a pilotaggio remoto, comunemente noti come droni, sono dispositivi senza pilota umano a bordo controllati tramite computer o telecomando. Questi mezzi vengono utilizzati sempre più frequentemente sia in ambito militare che civile grazie alla loro versatilità: dalla sorveglianza ambientale al monitoraggio infrastrutturale fino alle riprese cinematografiche.
Tuttavia gli aeroporti rappresentano aree altamente protette dove l’ingresso non autorizzato dei droni può causare gravi rischi alla sicurezza del traffico aereo. La maggior parte dei modelli commercializzati dispone infatti di sistemi integrati che impediscono automaticamente l’ingresso nelle zone off-limits come quelle degli scali internazionali.
Nonostante ciò episodi simili si sono già verificati nel passato recente: nel gennaio 2019 un drone aveva provocato la chiusura temporanea dell’aeroporto londinese Heathrow; mentre nel dicembre 2018 un caso analogo aveva bloccato per due giorni consecutivi Gatwick causando centinaia di cancellazioni con ingenti disagi economici per compagnie e passeggeri.






