Proseguono con intensità gli scontri al confine tra Thailandia e Cambogia, una crisi che si è drammaticamente aggravata negli ultimi giorni, causando un aumento delle vittime e delle evacuazioni civili. Secondo quanto riportato dal Ministero della Salute thailandese, un civile thailandese è stato ucciso durante i combattimenti odierni, colpito da schegge di razzi lanciati dalle forze cambogiane in un’area civile. L’uomo aveva 63 anni.
Scontri tra Thailandia e Cambogia: bilancio delle vittime e sfollati
Gli scontri, che sono ripresi il 7 dicembre e hanno interrotto un cessate il fuoco annunciato venerdì scorso, hanno causato finora almeno 25 morti, tra cui 14 soldati thailandesi e 11 civili cambogiani, secondo fonti ufficiali. Le ostilità hanno inoltre provocato un massiccio esodo di popolazione: solo in Thailandia sono state evacuate oltre 138.000 persone, con 428 ricoveri ospedalieri, mentre le autorità cambogiane hanno fatto sapere che almeno 1.500 famiglie sono state trasferite dalle zone di confine.
La Thailandia ha inoltre dichiarato la legge marziale in otto distretti lungo la frontiera, sottolineando la gravità della situazione militare. Le province di confine stanno subendo bombardamenti e attacchi con mortai da entrambe le parti, con accuse reciproche di aver preso di mira obiettivi civili.
Tensioni diplomatiche e prospettive
La crisi ha provocato un significativo deterioramento delle relazioni diplomatiche tra Bangkok e Phnom Penh. La Thailandia ha richiamato il proprio ambasciatore in Cambogia e ha espulso l’ambasciatore cambogiano a Bangkok, mentre la Cambogia ha risposto con misure economiche restrittive, tra cui il blocco delle importazioni di frutta e verdura dalla Thailandia e il bando dei film thailandesi.
Il primo ministro ad interim thailandese, Phumtham Wechayachai, ha messo in guardia sul rischio che le tensioni possano degenerare in un conflitto più ampio. Nel frattempo, la comunità internazionale, inclusa la Cina, ha espresso forte preoccupazione per l’escalation, invitando entrambe le parti a risolvere le divergenze tramite il dialogo e la mediazione.
La situazione rimane estremamente fluida e preoccupante, mentre le operazioni militari continuano a causare sofferenze e disagi alla popolazione civile di entrambe le nazioni.






