Un colpo tanto rapido quanto clamoroso ha scosso il Museo del Louvre a Parigi: in meno di dieci minuti, un gruppo di ladri è riuscito a introdursi nella celebre galleria d’arte e a trafugare preziosi gioielli. L’episodio, avvenuto di domenica, è stato ricostruito nel podcast The Daily del New York Times, in un episodio intitolato Le Heist, con l’analisi della corrispondente internazionale Catherine Porter, che ha illustrato le dinamiche dell’accaduto e le falle di sicurezza che hanno reso possibile l’operazione.
Un’operazione pianificata nei minimi dettagli
Il furto al Louvre non è stato un atto improvvisato ma il risultato di una pianificazione meticolosa. I ladri hanno utilizzato una scala montata su un camion per raggiungere una finestra situata al secondo piano dell’edificio, violandone l’accesso e penetrando rapidamente all’interno. In pochi minuti hanno individuato l’obiettivo, sottratto i gioielli e sono fuggiti, lasciando alle spalle un sistema di sicurezza colto completamente di sorpresa. La rapidità dell’azione e l’uso di mezzi tecnici complessi suggeriscono che si tratti di professionisti con competenze specifiche e accesso a risorse non comuni, probabilmente legati a settori come l’edilizia o la manutenzione.
Una precisione da manuale criminale
Secondo quanto riferito da The Daily, l’intera operazione si è conclusa in meno di dieci minuti, un tempo che indica una pianificazione estremamente accurata e ruoli perfettamente coordinati. Una tale efficienza lascia intendere che i ladri conoscessero nel dettaglio la disposizione interna del museo e le debolezze dei protocolli di sicurezza, forse grazie a informazioni riservate o a una sorveglianza preventiva protratta nel tempo. Gli investigatori stanno valutando anche l’ipotesi di complicità interne al Louvre o di un’analisi preliminare delle routine di vigilanza.
Le vulnerabilità del Louvre
Un elemento che emerge con forza dal racconto di Catherine Porter è che le falle di sicurezza del Louvre non erano del tutto sconosciute. All’interno del museo, infatti, erano già state espresse “persistenti preoccupazioni” riguardo a carenze nei sistemi di sorveglianza e nella protezione di alcune aree. È plausibile che i ladri abbiano sfruttato proprio queste debolezze per pianificare il colpo. Le indagini dovranno ora stabilire se esistessero rapporti interni o segnalazioni specifiche sulle criticità che sono poi risultate decisive per la riuscita dell’operazione.
Indagini in corso sul furto al Louvre
Le autorità francesi stanno ora cercando di ricostruire i movimenti dei ladri prima e dopo il colpo, verificando eventuali furti o noleggi sospetti di camion con scala nel periodo precedente. Il furto, avvenuto in uno dei luoghi simbolo della cultura mondiale, ha suscitato interrogativi sulla reale efficacia dei sistemi di sicurezza dei grandi musei e sull’adeguatezza delle misure preventive. Mentre l’indagine prosegue, il Louvre si trova di fronte alla necessità di rivedere profondamente i propri protocolli per evitare che simili episodi possano ripetersi.
Per approfondire: Louvre riapre dopo il furto da 88 milioni, ancora chiuse alcune aree del museo





