Il viceministro degli Esteri russo, Sergej Rjabkov, ha espresso oggi un messaggio di fermezza in merito ai colloqui Russia-USA, durante il suo intervento al Valdai International Discussion Club, forum di analisi geopolitica di rilievo internazionale. A pochi mesi dalla scadenza del Trattato di riduzione delle armi strategiche (Start), la Russia lancia segnali chiari sulla necessità di mantenere la stabilità strategica, ma avverte che un eventuale ritorno agli esperimenti nucleari da parte di Washington incontrerà una risposta decisa.
La posizione russa sui test nucleari e il dialogo con gli Usa
In un clima di crescenti tensioni globali, Rjabkov ha sottolineato che se gli Stati Uniti riprendessero i test esplosivi su vasta scala di armi nucleari, la Russia risponderà “per le rime”. Il viceministro ha definito la determinazione della leadership russa una risposta netta alle ambigue dichiarazioni statunitensi riguardanti una possibile espansione delle attività di test nucleari. Tuttavia, ha anche evidenziato che Mosca continua a mantenere aperto un canale diplomatico volto a garantire “prevedibilità e moderazione nella sfera strategica”, ribadendo la proposta russa di mantenere i limiti quantitativi fondamentali anche dopo la scadenza del Trattato Start prevista per febbraio 2026.
Sull’eventuale rinnovo dell’intesa, gli Stati Uniti non hanno ancora fornito una risposta sostanziale alla proposta russa, ha precisato Rjabkov, evidenziando così le difficoltà in corso nel dialogo bilaterale. Il viceministro ha ricordato che la normalizzazione delle relazioni tra Mosca e Washington richiederà “molto tempo, un impegno concreto da entrambe le parti e un enorme sforzo”, vista la situazione di forte deterioramento lasciata dall’amministrazione Biden.
Rjabkov: “No all’aggressione contro la Nato e l’Unione Europea” e nuovi rischi di scontro
Durante il medesimo incontro, Rjabkov ha ribadito che la Russia non intende attaccare i paesi della Nato o dell’Unione Europea, confermando la disponibilità di Mosca a formalizzare legalmente questo impegno nel contesto di una possibile soluzione della crisi attuale, basata sul principio di sicurezza paritaria e indivisibile. Il viceministro ha smentito le accuse di obiettivi aggressivi rivolte al Cremlino, sottolineando che tali narrazioni sono infondate.
Tuttavia, ha avvertito che permangono rischi significativi di uno scontro con la Nato, attribuendo questa pericolosa eventualità soprattutto ad “azioni ostili e inappropriate” da parte dei Paesi europei. Il rappresentante russo ha anche evidenziato un nuovo livello di coordinamento nucleare tra Regno Unito e Francia, che include una pianificazione congiunta e la possibilità di utilizzo coordinato di armi nucleari, segnale che Mosca interpreta come un aumento della tensione strategica.
Infine, Rjabkov ha manifestato “seri interrogativi” nei confronti degli Stati Uniti in relazione alla crisi ucraina, pur riconoscendo alcuni passi “nella giusta direzione” compiuti durante l’amministrazione Trump, rispetto alla politica più equilibrata di Washington verso Mosca.
Questi interventi si inseriscono in un contesto internazionale complesso, caratterizzato da continue tensioni tra grandi potenze e da un dialogo diplomatico fragile e incerto, in cui il Club Valdai rappresenta uno spazio cruciale di confronto e analisi strategica per la Russia.






