Bruxelles, 3 settembre 2025 – Prosegue il confronto serrato tra Parigi e Bruxelles sul target climatico al 2040, con il presidente francese Emmanuel Macron che spinge affinché la questione venga affrontata direttamente dai leader europei nel prossimo Vertice Ue del 23 e 24 ottobre. La mossa francese rischia di rallentare l’iter negoziale e di lasciare senza un obiettivo intermedio la Conferenza sul clima delle Nazioni Unite, la Cop30 di Belém in programma dal 10 al 21 novembre in Brasile.
Pressing francese e posizione danese
Il negoziato sul dossier clima è attualmente affidato ai ministri dell’Ambiente Ue, i quali dovrebbero adottare una posizione negoziale entro il 18 settembre. Nel frattempo, la presidenza danese del Consiglio Ue organizzerà questa settimana una serie di incontri bilaterali con gli ambasciatori nazionali per affinare un testo di compromesso. Tuttavia, se dai colloqui emergesse una sostanziale convergenza sulle richieste di Parigi, la presidenza danese potrebbe valutare di modificare l’agenda e rimandare il voto, anche se al momento non è intenzionata a farlo. La richiesta di “più tempo” per le discussioni potrebbe trovare sostegno anche da Berlino.
Un diplomatico francese ha spiegato che “è necessario che siano i leader a discuterne nuovamente”, sottolineando come Parigi intenda concentrare il confronto sugli strumenti per raggiungere l’obiettivo, come flessibilità, neutralità tecnologica e investimenti, piuttosto che sulla percentuale di riduzione del 90% delle emissioni entro il 2040.
Implicazioni per la Cop30 di Belém e il quadro europeo
La questione è delicata, poiché la Cop30 di Belém richiede agli Stati di presentare aggiornamenti sul contributo nazionale per il 2035, ma la Commissione europea ha sottolineato che il target 2035 sarà definito solo dopo l’accordo sull’obiettivo al 2040. Spostare la decisione a livello di leader europei a fine ottobre, con il requisito dell’unanimità, potrebbe quindi complicare il raggiungimento di un’intesa prima della conferenza brasiliana.
Macron ha già sollevato il tema al Vertice Ue di fine giugno, chiedendo tempo per approfondire. La posizione francese, che include il riconoscimento del nucleare come parte della transizione energetica, si scontra con la linea della vicepresidente della Commissione europea Teresa Ribera, che difende il target del 90% entro il 2040 con meno margini di flessibilità.
Il dibattito sul target climatico europeo rappresenta un passaggio chiave nel percorso verso il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dall’Accordo di Parigi, che mira a contenere il riscaldamento globale ben al di sotto di 2°C, idealmente a 1,5°C, entro la fine del secolo. La definizione di obiettivi intermedi come quello del 2040 è considerata cruciale per mantenere la traiettoria di riduzione delle emissioni e rafforzare la leadership europea nel contrasto ai cambiamenti climatici.






