Nell’ambito del round negoziale sul commercio tenutosi a Londra
Pechino, 11 giugno 2025 – Un segnale di distensione e pragmatismo emerge dal recente incontro tra Cina e Stati Uniti sul fronte commerciale, svoltosi a Londra. Le delegazioni di Pechino e Washington hanno infatti raggiunto un accordo di principio che mira a tradurre in azione concreta il consenso tra i due leader rispettivamente di Cina e Usa, Xi Jinping e Donald Trump, espresso nei colloqui telefonici del 5 giugno scorso. La notizia è stata annunciata da Li Chenggang, viceministro cinese del Commercio e rappresentante per il commercio internazionale, che ha definito gli scambi tra le parti “professionali, razionali, approfonditi e sinceri”.
Un’intesa che riaccende la speranza nei rapporti commerciali
La prima riunione del meccanismo di consultazione economica e commerciale bilaterale, tenutasi a Londra, ha rappresentato un momento cruciale per i rapporti tra le due maggiori economie mondiali. Li Chenggang ha sottolineato che il quadro di attuazione dell’accordo si basa non solo sul consenso telefonico tra Xi Jinping e Donald Trump, ma anche sui progressi fatti durante i precedenti incontri, in particolare quelli di Ginevra.
“Ci auguriamo che i progressi fatti a Londra rafforzino la fiducia reciproca e promuovano uno sviluppo costante e sano dei legami economici e commerciali bilaterali,” ha affermato il viceministro in un briefing con i media. Inoltre, ha osservato che il dialogo ha avuto un impatto positivo anche sulla crescita economica globale, offrendo una ventata di energia positiva in un contesto mondiale ancora segnato da tensioni commerciali.
La capitale britannica ha dunque assunto un ruolo inedito come teatro di un possibile disgelo tra Pechino e Washington, restituendo un clima diplomatico più disteso e pragmatico rispetto agli ultimi mesi, durante i quali le relazioni erano caratterizzate da forti contrasti e dazi punitivi.
Terre rare, semiconduttori e dazi: i punti chiave dell’accordo
Sebbene i dettagli dell’intesa restino riservati in attesa della firma ufficiale dei due presidenti, emergono già alcune linee guida fondamentali. Tra i temi più cruciali trattati nel negoziato di Londra vi è la questione delle terre rare, materie prime strategiche per numerosi settori industriali, tra cui batterie, auto elettriche e sistemi di difesa. La Cina si è detta pronta a una parziale liberalizzazione dell’export di queste risorse, un passo importante che potrebbe allentare alcune tensioni legate al controllo di queste materie prime a livello globale.
Dall’altra parte, gli Stati Uniti hanno manifestato l’intenzione di ridurre le restrizioni su software di progettazione per semiconduttori e componenti aerospaziali, settori considerati all’avanguardia e strategici per la competitività tecnologica. Questa mossa, interpretata come un’apertura tattica da parte di Donald Trump, arriva in un momento di delicate trattative internazionali, con il vertice del G7 previsto a Ottawa alle porte.
Sul fronte dei dazi, permane per ora una sospensione delle misure più aggressive, inclusi i dazi fino al 145% imposti da Washington a maggio su prodotti high-tech cinesi. Il negoziato ha dunque congelato le tensioni tra Cina e Stati Uniti, rimandando a una fase successiva la definizione delle misure più controverse, con un orizzonte di 60 giorni entro cui formalizzare l’accordo: una scadenza fissata al 10 agosto, al termine della quale le parti dovranno aver definito misure tecniche, meccanismi di verifica reciproca e un piano operativo condiviso.
Mercati e analisti tra ottimismo prudente e scetticismo
L’annuncio dell’accordo ha generato reazioni positive, seppur con moderazione, nei mercati asiatici. L’indice MSCI Asia-Pacifico ha chiuso in rialzo dello 0,6%, con titoli tecnologici e minerari a Hong Kong che hanno guadagnato oltre il 2%. L’economista Lin Guohua della Fudan University ha commentato: “Non è ancora una pace commerciale, ma è un segnale che il dialogo è possibile.”
Tuttavia, alcuni analisti occidentali restano cauti, evidenziando che l’accordo manca ancora di impegni vincolanti e trasparenti. Mary Wallace, analista geopolitica di Morgan Stanley, ha osservato che: “Finché non ci saranno impegni scritti, verificabili e trasparenti, il rischio che tutto si sgonfi resta elevato.” Un’ulteriore fonte di tensione rimane l’enorme surplus commerciale cinese, che continua a essere un punto di frizione strutturale tra le due economie.
La leadership di Xi Jinping e Donald Trump sullo scenario globale
Il dialogo commerciale riaperto tra Cina e Stati Uniti si inserisce in un contesto internazionale segnato da complesse sfide geopolitiche ed economiche. Xi Jinping, presidente della Repubblica Popolare Cinese e segretario generale del Partito Comunista Cinese, ha consolidato nel tempo un ruolo di leadership centrale, promuovendo iniziative come la Nuova Via della Seta e una politica estera più assertiva.
Dall’altra parte, Donald Trump, rieletto presidente degli Stati Uniti nel 2024, continua a rappresentare una figura di spicco nel panorama politico globale, con una politica energetica e commerciale che punta all’indipendenza energetica e al rilancio dell’industria americana, ma che ha anche suscitato controversie per le sue posizioni protezionistiche e isolazioniste.
Il recente accordo commerciale tra i due Paesi appare dunque come un passo importante verso un confronto più costruttivo e meno conflittuale, anche se la strada verso una piena normalizzazione dei rapporti rimane ancora lunga e delicata. I prossimi mesi saranno cruciali per monitorare la concreta attuazione degli impegni presi e per valutare se questa tregua rappresenterà un punto di svolta duraturo o una semplice pausa strategica.