Pechino, 10 ottobre 2025 – La Repubblica Popolare Cinese (Cina) ha avviato un’indagine antitrust su Qualcomm, il colosso statunitense dei microchip, in seguito all’acquisizione di Autotalks, startup israeliana specializzata nel settore della mobilità intelligente. La decisione è stata comunicata dalla State Administration for Market Regulation cinese, che intende verificare se l’operazione dello scorso giugno abbia violato la legislazione cinese anti-monopolio. A seguito dell’annuncio, le azioni di Qualcomm hanno subito un calo del 4% nelle contrattazioni pre-mercato a New York.
Cina, indagine antitrust e contesto geopolitico
L’indagine si inserisce in un contesto di crescente tensione tra Cina e USA, che ha visto recentemente un analogo provvedimento nei confronti di Nvidia, azienda leader nella produzione di chip per l’intelligenza artificiale. L’obiettivo dichiarato delle autorità cinesi è tutelare la concorrenza e prevenire pratiche monopolistiche nel settore strategico dei semiconduttori, cruciale per lo sviluppo tecnologico nazionale.
Parallelamente, la Cina ha annunciato una serie di misure fiscali che colpiscono direttamente la navigazione marittima statunitense. A partire dal 14 ottobre, navi di proprietà o gestione Usa, così come quelle battenti bandiera americana o costruite negli Stati Uniti, saranno soggette a tasse portuali speciali, crescenti fino al 2028. Questa decisione è una risposta speculare alle imposizioni analoghe varate da Washington contro le industrie marittime e cantieristiche cinesi, considerate da Pechino una grave violazione degli accordi di commercio internazionale.
Qualcomm e l’espansione nel settore tecnologico globale
Qualcomm, uno dei principali produttori mondiali di chip, ha recentemente ampliato la propria presenza nel comparto tecnologico globale anche attraverso acquisizioni strategiche come quella di Arduino, la celebre piattaforma hardware e software per la prototipazione elettronica fondata in Italia. L’integrazione di Arduino all’interno dell’ecosistema Qualcomm mira a potenziare l’offerta in ambito di intelligenza artificiale e Internet of Things, sfruttando le tecnologie avanzate di elaborazione e computer vision del gruppo americano.
Tuttavia, le tensioni commerciali e normative con la Cina rappresentano una sfida significativa per Qualcomm e altre aziende tecnologiche statunitensi, in un momento di competizione globale sempre più serrata. La mossa di Pechino, infatti, non solo riflette la volontà di controllare operazioni societarie che potrebbero influire sul mercato interno, ma si inserisce anche in una più ampia strategia di tutela degli interessi nazionali in settori chiave per la sicurezza e l’innovazione tecnologica.
Tasse speciali sulle navi Usa: dettagli e impatti
La tensione commerciale tra Cina e USA si è ulteriormente intensificata con l’annuncio ufficiale da parte del ministero dei Trasporti cinese di un pacchetto di tasse portuali speciali rivolte alle navi di proprietà o gestione statunitense che fanno scalo nei porti della Repubblica Popolare. Questa misura, che entrerà in vigore a partire dal 14 ottobre, rappresenta una risposta diretta alle tariffe imposte dagli USA alle industrie marittime, logistiche e cantieristiche cinesi.
Secondo la nota ufficiale del ministero dei Trasporti, le nuove imposte colpiranno non solo le navi di proprietà di società statunitensi, ma anche quelle battenti bandiera a stelle e strisce, gestite da entità con controllo o partecipazione superiore al 25% di capitali americani, o costruite negli USA. Si tratta di una ritorsione speculare alle misure adottate da Washington, che già dal 14 ottobre applica tasse aggiuntive alle navi cinesi.
Le tariffe portuali speciali saranno riscuotibili in modo incrementale, partendo da 400 yuan per tonnellata netta fino a raggiungere 1.120 yuan a partire dal 17 aprile 2028 per l’attracco nei porti cinesi. Un aspetto rilevante è che, qualora una nave statunitense facesse scalo in più porti cinesi durante lo stesso viaggio, sarà tenuta a pagare la tassa solo al primo attracco, con un limite massimo di imposte applicabili per non più di cinque viaggi all’anno.
La Cina sottolinea che questa iniziativa si fonda sul Regolamento della Repubblica Popolare sul trasporto marittimo internazionale e su principi fondamentali del diritto internazionale, ma evidenzia che la contromisura americana costituisce una grave violazione dei principi del commercio internazionale e dell’Accordo sui trasporti marittimi Cina-Usa, danneggiando gravemente il commercio bilaterale.






